La pace è dono di Dio e si basa sulla giustizia e sul perdono

di Andrea Drigani

Giovedì 22 aprile Papa Benedetto XVI ha ricevuto, per la presentazione delle lettere credenziali, Gjoko Gjorgjevski, nuovo Ambasciatore dell’Ex-Repubblica Jugoslava della Macedonia presso la Santa Sede. Il Pontefice ha ricordato che nel popolo macedone sono ben visibili i segni dei valori umani e cristiani, ed attingendo a questo patrimonio i macedoni continueranno a costruire anche in futuro, forti della loro identità spirituale, potranno inoltre apportare al consorzio dei popoli europei il contributo della loro esperienza. Il Papa ha poi preso atto dell’impegno della Macedonia a promuovere sempre più il dialogo e la convivenza tra le varie realtà etniche e religiose per favorire la creazione di un clima in cui le persone si riconoscono fratelli, figli dello stesso Dio e cittadini dell’unico Paese. I credenti sanno – ha continuato Benedetto XVI – che la pace non è solo frutto di pianificazione e di attività umane, ma anzitutto dono di Dio agli uomini di buona volontà. Di questa pace, poi, la giustizia ed il perdono rappresentano pilastri basilari. La giustizia assicura un pieno rispetto dei diritti e dei doveri, e il perdono guarisce e ricostruisce dalle fondamenta i rapporti tra le persone, che ancora risentono delle conseguenze degli scontri tra le ideologie del recente passato.

La Macedonia – ha osservato il Papa – vanta una lunga e luminosa tradizione cristiana risalente ai tempi apostolici, auspico che in un contesto globale di relativismo morale e di scarso interesse per gli aspetti religiosi, nel quale si muove spesso una parte della società europea, i cittadini macedoni sappiano operare un saggio discernimento nell’aprirsi ai nuovi orizzonti di autentica civiltà e di vero umanesimo. La Chiesa Cattolica in Macedonia anche se costituisce una minoranza – ha rilevato il Pontefice – desidera offrire il suo sincero contributo nella costruzione di una società più giusta e solidale, basata sui princîpi cristiani che hanno fecondato la coscienze dei suoi abitanti. Sono certo – ha concluso – che la comunità cattolica nella consapevolezza che la carità nella verità è la forza propulsiva per il vero sviluppo di ogni persona e dell’intero genere umano proseguirà, con zelo, la sua missione.