La visita dei vescovi africani: «Nel servire la pace promuovete il confronto con l’Islam»
DI ANDREA DRIGANI
Giovedì 29 aprile Papa Benedetto XVI ha ricevuto, per la visita «ad limina», i vescovi della Liberia, del Gambia e della Sierra Leone. Attraverso il vostro insegnamento – ha detto il Pontefice – il Signore preserva i membri dei vostri popoli dal male, dall’ignoranza e dalla superstizione e li trasforma in figli del suo Regno. Lottate per edificare comunità vibranti e aperte di persone salde nella fede, contemplative e gioiose nella liturgia e ben istruite sul «modo di comportarsi e di piacere a Dio» (I Ts 4,1). Continuate – ha aggiunto il Papa – a sostenere la dignità delle donne nel contesto dei diritti umani e difendete le genti a voi affidate dai tentativi di introdurre una mentalità antinatalista mascherata da progresso culturale.
Nei vostri Paesi – ha proseguito Benedetto XVI – la Chiesa è tenuta in alta considerazione perché contribuisce al bene della società, in particolare nell’educazione, nello sviluppo e nell’assistenza sanitaria offerta ad ogni essere umano senza distinzione. La lotta contro la povertà deve essere condotta nel rispetto della dignità di tutti gli interessati, invitandoli ad essere protagonisti della propria crescita integrale. Incoraggiate – ha affermato il Pontefice – chi occupa posizioni di autorità a lottare contro la corruzione, richiamando l’attenzione sulla gravità e sull’iniquità di questo peccato. Prego – ha continuato il Papa – affinché il processo di riconciliazione nella giustizia e nella verità, che avete sostenuto nella vostra regione, possa produrre un rispetto delle leggi date da Dio e neutralizzare le tendenze alla rappresaglia e alla vendetta.
Nel servire la pace promuovete il confronto con le altre religioni, in particolare con l’Islam, per sostenere i buoni rapporti esistenti e prevenire qualsiasi forma d’intolleranza e di oppressione che danneggiano la fiducia reciproca. Con il vostro esempio portate i fedeli ad accrescere comprensione e cooperazione, ascolto vicendevole e condivisione d’iniziative. La Chiesa – ha concluso – segno e strumento dell’unica famiglia di Dio, deve recare una chiara testimonianza dell’amore di Gesù, nostro Signore e Salvatore, che va al di là dei confini etnici e comprende tutti gli uomini e tutte le donne.