Matrimonio e famiglia, cellula basilare della costruzione sociale

DI ANDREA DRIGANI

Giovedì 2 dicembre Papa Benedetto XVI ha ricevuto, per la presentazione delle lettere credenziali, Gábor Gyoriványi nuovo Ambasciatore di Ungheria presso la Santa Sede.

Il Pontefice ha osservato che l’Ungheria, che ha nella fede cattolica uno dei pilastri della sua storia, è chiamata in modo particolare ad essere mediatrice tra Oriente e Occidente. Già la corona reale, inviata nell’anno 1000 dal Papa Silvestro II al giovane principe ungherese Stefano, nel collegamento della corona graeca circolare con la corona latina posta ad arco sopra di esso, ambedue recanti il volto di Cristo ed  incoronate dalla croce, mostra come Oriente e Occidente dovrebbero sostenersi a vicenda e arricchirsi l’un l’altro a partire dal patrimonio spirituale e culturale. Possiamo intendere – ha rilevato Benedetto XVI – ciò anche come il leitmotiv della nazione magiara.

La Santa Sede – ha poi aggiunto – prende atto con interesse degli sforzi per elaborare una nuova Costituzione, per la quale è auspicabile che sia ispirata ai valori cristiani per quanto concerne la posizione del matrimonio e della famiglia nella società e nella protezione della vita. Il matrimonio – ha osservato il Papa – ha dato all’Europa il suo particolare aspetto e il suo umanesimo, anche e proprio perché si è dovuta apprendere e conseguire continuamente la caratteristica di fedeltà tracciata da esso. L’Europa non sarebbe più Europa se tale cellula basilare della costruzione sociale sparisse o fosse sostanzialmente trasformata.

La Chiesa non può approvare iniziative legislative che implichino una valorizzazione di modelli alternativi della vita di coppia. Essi contribuiscono all’indebolimento dei principi del diritto naturale e così alla relativizzazione di tutta la legislazione.  La persona umana, invece, – ha concluso il Pontefice – trova se stessa solo quando supera la mentalità incentrata sulle proprie pretese e si proietta nell’atteggiamento del dono gratuito e della solidarietà autentica, che meglio risponde alla sua vocazione comunitaria.