La fede nella Provvidenza e la lotta per una vita dignitosa

DI ANDREA DRIGANI

Domenica 27 febbraio Papa Benedetto XVI, prima della recita dell’Angelus, ha osservato che di fronte alla situazione di tante persone, vicine e lontane, che vivono in miseria, il discorso di Gesù: «Non preoccupatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo? Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno», potrebbe apparire poco realistico, se non evasivo. Invece, il Signore vuol far capire che non si può servire a due padroni: Dio e la ricchezza. 

Chi crede in Dio – ha continuato il Pontefice – mette al primo posto la ricerca del suo Regno. E ciò è il contrario del fatalismo. La fede nella Provvidenza, infatti, non dispensa dalla faticosa lotta per una vita dignitosa, ma libera dall’affanno per le cose e dalla paura per il domani. È chiaro che questo insegnamento di Gesù – ha aggiunto Benedetto XVI – pur rimanendo sempre vero e valido per tutti, è praticato in modi diversi secondo le diverse vocazioni : un frate francescano potrà seguirlo in maniera più radicale, mentre un padre di famiglia dovrà tener conto dei propri doveri verso la moglie e i figli. In ogni caso, però, il cristiano si distingue per l’assoluta fiducia nel Padre celeste, com’è stato per Gesù. È la relazione con Dio Padre – ha proseguito il Papa – che dà senso a tutta la vita di Cristo, ai suoi gesti di salvezza, fino alla sua passione, morte e resurrezione. Gesù ci ha dimostrato che cosa significa vivere con i piedi piantati per terra, attenti alle concrete situazioni del prossimo, e al tempo stesso tenendo sempre il cuore in Cielo.

Alla luce della parola di Dio – ha concluso – v’invito ad invocare la Vergine Maria con il titolo di Madre della divina Provvidenza. In particolare chiediamo la sua intercessione per imparare a vivere secondo uno stile di vita più semplice e sobrio, nella quotidiana operosità e nel rispetto del creato, che Dio ha affidato alla nostra custodia.