Elemosina, preghiera e digiuno: un tracciato da percorrere senza ostentazioni

DI ANDREA DRIGANI

Mercoledì 9 marzo, giorno delle Ceneri, Papa Benedetto XVI, durante l’omelia della Messa presieduta nella Basilica di Santa Sabina all’Aventino, ha osservato che Gesù dicendo: «Guardatevi dal praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro», rilegge le tre opere fondamentali di pietà previste dalla legge mosaica.

L’elemosina, la preghiera e il digiuno caratterizzano l’ebreo osservante della legge.

Nel corso del tempo – ha continuato il Pontefice – queste prescrizioni erano state intaccate dalla ruggine del formalismo esteriore, o addirittura si erano mutate in segno di superiorità. Gesù mette in evidenza in queste tre opere una tentazione comune. Quando si compie qualcosa di buono, quasi istintivamente nasce il desiderio di essere stimati e apprezzati per la buona azione, di avere cioè una soddisfazione. E questo – ha continuato il Papa – da una parte rinchiude in se stessi, dall’altra porta fuori da se stessi, perché si vive proiettati verso quello che gli altri pensano di noi e ammirano in noi.

Nel riproporre queste prescrizioni – ha detto ancora Benedetto XVI – il Signore Gesù non chiede un rispetto formale ad una legge estranea all’uomo, imposta da un legislatore severo come fardello pesante, ma invita a riscoprire queste tre opere di pietà vivendole in modo più profondo, non per amor proprio, ma per amore di Dio, come mezzi nel cammino di conversione a Lui. Elemosina, preghiera e digiuno: è il tracciato della pedagogia divina che ci accompagna, non solo in Quaresima, verso l’incontro con il Signore Risorto; un tracciato da percorrere senza ostentazione, nella certezza che il Padre celeste sa leggere e vedere anche nel segreto del cuore.

Questo tempo quaresimale – ha concluso il Papa – è un tempo propizio che ci è donato per attendere, con maggiore impegno, alla nostra conversione, per intensificare l’ascolto della Parola di Dio, la preghiera e la penitenza, aprendo il cuore alla docile accoglienza della volontà divina.