Vivere in «modo pasquale»
DI ANDREA DRIGANI
Mercoledì 27 aprile, nel corso dell’udienza generale, Papa Benedetto XVI ha osservato che la Pasqua porta la novità di un passaggio profondo e totale da una vita soggetta alla schiavitù del peccato ad una vita di libertà, animata dall’amore, forza che abbatte ogni barriera e costruisce una nuova armonia nel proprio cuore e nel rapporto con gli altri e con le cose. Ogni cristiano – ha continuato il Pontefice – così come ogni comunità, se vive l’esperienza di questo passaggio di resurrezione, non può non essere fermento nuovo nel mondo, donandosi senza riserve per le cause più urgenti e più giuste, come dimostrano gli esempi dei Santi in tutte le epoche e in tutti i luoghi. Sono tante anche le attese del nostro tempo: noi cristiani – ha proseguito Benedetto XVI – credendo fermamente che la risurrezione di Cristo ha rinnovato l’uomo senza toglierlo dal mondo in cui costruisce la sua storia, dobbiamo essere una presenza luminosa di questa nuova esistenza che la Pasqua ha portato.
La Pasqua è dunque un dono da accogliere sempre più profondamente nella fede, per operare in ogni situazione, con la grazia di Cristo, secondo la logica di Dio, la logica dell’amore. La luce della risurrezione di Cristo deve penetrare questo nostro mondo, deve giungere come messaggio di verità e di vita a tutti gli uomini. Cristo è veramente risorto ! Non possiamo tenere solo per noi la vita e la gioia che Egli ci ha donato nella sua Pasqua, ma dobbiamo donarla a quanti avviciniamo. È il nostro compito e la nostra missione : far risorgere nel cuore del prossimo la speranza dove c’è disperazione, la gioia dove c’è tristezza, la vita dove c’è morte.
Testimoniare la gioia del Signore risorto – ha concluso – significa vivere sempre in «modo pasquale» e far risuonare il lieto annuncio che Cristo non è un’idea o un ricordo del passato, ma una Persona che vive con noi, per noi e in noi, e con Lui, per Lui e in Lui possiamo fare nuove tutte le cose.