La preghiera, espressione del desiderio che l’uomo ha di Dio
DI ANDREA DRIGANI
Mercoledì 11 maggio Papa Benedetto XVI, nel corso dell’udienza generale, ha osservato che l’uomo porta in sé una sete d’infinito, una nostalgia di eternità, una ricerca di bellezza, un desiderio di amore, un bisogno di luce e di verità che lo spingono verso l’Assoluto. L’uomo – ha proseguito il Pontefice – sa, in qualche modo, di potersi rivolgere a Dio, sa di poterlo pregare. San Tommaso d’Aquino, uno dei più grandi teologi del cristianesimo, definisce la preghiera : «espressione del desiderio che l’uomo ha di Dio». Quest’attrazione verso Dio, che Dio stesso ha posto nell’uomo, è l’anima della preghiera, che si riveste di tante forme e modalità secondo il tempo, il momento, la grazia e persino il peccato di ciascun orante.
La storia dell’uomo – ha continuato Benedetto XVI – ha conosciuto svariate forme di preghiera, perché egli ha sviluppato diversi modi di aprirsi verso l’Altro e verso l’Oltre, tanto che possiamo riconoscere la preghiera come un’esperienza presente in ogni religione e cultura. Quando si parla della preghiera – ha detto ancora il Papa – è necessario tenere presente che essa è un atteggiamento interiore, prima che una seria di pratiche e di formule, un modo di essere di fronte a Dio prima che il compiere atti di culto o il pronunciare parole.