Un’arte di vivere insieme che rispetti l’alleanza tra l’uomo e la natura

DI ANDREA DRIGANI

Giovedì 9 giugno Papa Benedetto XVI ha ricevuto, per la presentazione delle lettere credenziali, sei nuovi Ambasciatori presso la Santa Sede provenienti da Moldova, Guinea Equatoriale, Belize, Repubblica Araba di Siria, Ghana e Nuova Zelanda. Il Pontefice ha ricordato che l’ecologia umana è una necessità imperativa, perciò si deve adottare in ogni circostanza un modo di vivere rispettoso dell’ambiente e sostenere la ricerca e lo sfruttamento di energie adeguate che salvaguardino il patrimonio del creato e non comportino pericolo per l’uomo. In questo senso – ha continuato il Papa – bisogna rivedere il nostro approccio alla natura. Essa non è soltanto uno spazio sfruttabile, ma è il luogo in cui nasce l’uomo, la sua «casa».

Il cambiamento di mentalità in quest’ambito, anzi gli obblighi che ciò comporta, deve permettere di giungere rapidamente a un’arte di vivere insieme che rispetti l’alleanza tra l’uomo e la natura, senza la quale la famiglia umana rischia di scomparire. Occorre inoltre – ha aggiunto Benedetto XVI – interrogarsi sul giusto posto che deve occupare la tecnica. I prodigi di cui è capace vanno di pari passo con disastri sociali ed ecologici. E’ dunque urgente arrivare a coniugare la tecnica con una forte dimensione etica, perché la capacità che ha l’uomo di trasformare e, in certo qual modo, di creare il mondo per mezzo del suo lavoro, si compie sempre a partire dal primo dono originale delle cose fatto da Dio.

La tecnica – ha detto ancora il Papa – deve aiutare la natura a sbocciare secondo la volontà del Creatore. Lavorando in questo modo il ricercatore e lo scienziato aderiscono al disegno di Dio. Le soluzioni basate su questo fondamento proteggeranno la vita dell’uomo e la sua vulnerabilità, come pure i diritti delle generazioni presenti e future. E l’umanità – ha concluso – potrà continuare a beneficiare dei progressi che l’uomo, per mezzo della sua intelligenza, riesce a realizzare.