Cristiani in Oriente e in Nord Africa, «non stranieri ma concittadini nella patria terrena»

DI ANDREA DRIGANI

Venerdì 24 giugno Papa Benedetto XVI ha ricevuto i partecipanti all’assemblea della Riunione Opere in aiuto alle Chiese Orientali (Roaco). Vi chiedo di fare tutto il possibile – ha esordito il Pontefice – anche interessando le istanze pubbliche con le quali venite in contatto ad un livello internazionale, perché in Oriente, dove sono nati, i Pastori e i fedeli di Cristo possano rimanere non da stranieri ma quali concittadini, testimoniando Gesù, come i Santi del passato, figli anch’essi delle Chiese orientali. L’Oriente è ad ogni buon diritto la loro patria terrena. Una uguale dignità – ha detto ancora il Papa – e una reale libertà dovranno essere riconosciute a coloro che professano la fede cattolica, permettendo così una più fruttuosa collaborazione ecumenica e interreligiosa. La Santa Sede vuol essere vicina – ha proseguito Benedetto XVI – a quanti, nel Nord Africa e nel Vicino Oriente, sono nella sofferenza e a quanti tentano disperatamente di fuggire incrementando flussi migratori talora senza speranza. Auspico al riguardo la necessaria assistenza immediata, ma soprattutto ogni possibile mediazione, affinchè cessino le violenze e , nel rispetto dei diritti dei singoli e delle comunità, siano ristabilite ovunque la concordia sociale e la pacifica convivenza.

Il Pontefice ha poi rammentato l’assurda violenza che colpì ferocemente persone inermi nella Cattedrale siro-cattolica di Bagdad e, nei mesi successivi, in diversi altri luoghi. Questo dolore provato per Cristo – ha aggiunto il Papa – può essere d’aiuto alla crescita del buon seme e rendere i frutti ancor più fecondi, a Dio piacendo. Consegno alla buona volontà dei membri della Roaco – ha concluso Benedetto XVI – il prezioso patrimonio spirituale costituito dal calice della passione di molti cristiani orientali quale riferimento per un servizio intelligente e generoso, che sempre misuri la sua autenticità sul Mistero Eucaristico.