La crescita dei giovani va alimentata con la carità
DI ANDREA DRIGANI
Venerdì 29 luglio è stata pubblicata la lettera che Papa Benedetto XVI ha inviato a padre Franco Moscone, Preposito Generale dell’Ordine dei Chierici Regolari Somaschi, in occasione dell’anno giubilare indetto nel quinto centenario della liberazione dalla prigionia del fondatore San Girolamo Emiliani (1486-1537), patrono universale degli orfani e della gioventù abbandonata.
Gerolamo Emiliani, nobile veneziano, aveva partecipato alla guerra tra la Repubblica di Venezia ed il resto dell’Europa e fu preso prigioniero. La sua vita – osserva il Papa – fu rifondata nella notte del 27 settembre 1511, quando dopo un sincero voto di cambiare condotta, per intercessione della Madre di Dio, si trovò liberato. Questo episodio – annota Benedetto XVI - rappresentò un rinnovamento integrale della personalità di Girolamo, fu sciolto, per intervento divino, dai lacci dell’egoismo, dell’orgoglio, della ricerca dell’affermazione personale, cosicché la sua esistenza, prevalentemente rivolta alle cose temporali, si orientò unicamente a Dio, amato e servito in modo particolare nei giovani orfani, malati e abbandonati.
La Chiesa del XVI secolo – continua il Pontefice - divisa dallo scisma protestante, alla ricerca di una seria riforma anche al proprio interno, ebbe un rifiorire di santità che fu la prima e più originale risposta alle istanze rinnovatrici. L’attenzione alla gioventù e alla sua educazione umana e cristiana, che contraddistingue il carisma dei Somaschi, continua ad essere un impegno della Chiesa in ogni tempo e in ogni luogo.
È necessario – conclude Benedetto XVI – che la crescita delle nuove generazioni sia alimentata non solo da nozioni culturali e tecniche, ma soprattutto dalla carità che vince ogni individualismo ed egoismo. L’esempio luminoso di San Girolamo Emiliani, definito dal Beato Giovanni Paolo II : «laico animatore di laici», aiuti a prendere a cuore ogni povertà e innanzitutto la povertà di amore, radice di ogni serio problema umano.