La dottrina sociale della Chiesa nasce da una sana riflessione teologica
DI ANDREA DRIGANI
Venerdì 2 dicembre Papa Benedetto XVI ha ricevuto i membri della Pontificia Commissione Teologica Internazionale. Il Papa, tra l’altro, ha voluto sottolineare l’importanza di studiare la relazione fra la Dottrina sociale della Chiesa e l’insieme della Dottrina cristiana. L’impegno sociale della Chiesa – ha osservato - non è solo qualcosa di umano, né si risolve in una teoria sociale.
La trasformazione della società operata dai cristiani attraverso i secoli è una risposta alla venuta nel mondo del Figlio di Dio: lo splendore di tale Verità e Carità illumina ogni cultura e società. San Giovanni afferma: «In questo abbiamo conosciuto l’amore; nel fatto che Egli ha dato la sua vita per noi; quindi anche noi dobbiamo dare la nostra vita per i fratelli» (I Gv 3,16). I discepoli di Cristo Redentore – ha continuato Benedetto XVI – sanno che senza l’attenzione all’altro, il perdono, l’amore anche dei nemici, nessuna comunità umana può vivere in pace: e questo incomincia nella prima e fondamentale società che è la famiglia. Nella necessaria collaborazione a favore del bene comune anche con chi non condivide la nostra fede, dobbiamo rendere presenti i veri e profondi motivi religiosi della nostra azione sociale, così come aspettiamo degli altri che ci manifestino le loro motivazioni, affinché la cooperazione si faccia nella chiarezza. Chi avrà percepito i fondamenti dell’agire sociale cristiano vi potrà così anche trovare uno stimolo per prendere in considerazione la stessa fede in Gesù Cristo. Senza una sana e vigorosa riflessione teologica – ha detto ancora il Pontefice – la Chiesa rischierebbe di non esprimere pienamente l’armonia tra fede e ragione. Al contempo senza la comunione con la Chiesa e l’adesione al suo Magistero, quale spazio vitale della propria esistenza, la teologia non riuscirebbe a dare un’adeguata ragione del dono della fede.