Epifania: il Signore si rivela al mondo

Il secondo capitolo di Matteo, dopo il racconto della nascita, ci fa contemplare la rivelazione della regalità di Cristo al popolo, che non comprende, ai sapienti pagani, che adorano. Propone così un metodo di ricerca di Dio attraverso il  libro della natura (la stella) e della Rivelazione (le Scritture) e anche attraverso l’interpretazione, (Tradizione) affidata al popolo eletto, e infine al riconoscimento della Chiesa che inizia  con Maria e Giuseppe che adorano Gesù.

I primi versetti presentano i protagonisti: Gesù che è nato, i Magi che lo cercano, Erode che regna e che al sentire di un nuovo Re da adorare, si turba, ha paura. Come avvenne in Egitto quando il Faraone perseguitava i bambini degli Ebrei, allora schiavi, e uno di questi viene salvato, uno che sarà il liberatore, Mosè. Anche allora i bambini rappresentavano un pericolo. Sembra che silenziosamente e misteriosamente ciò continui a essere vero, con l’aborto come pratica incontrastata, perfino legale.  

Chi sono i Magi?  Sono i sapienti pagani, che indagando con l’intelligenza e i segni della natura giungono a individuarne l’Autore e Signore, mentre  il suo Popolo non sa più leggere i tanti segni di cui è favorito. Erode compie il ruolo di chi detiene il potere: manipola fatti e informazioni in modo da volgerli a suo favore. I Magi però sono liberi di seguire il vero, e del vero seguono i segni, leggibili da chi ha il cuore sapiente, perché umile. I Magi dunque, sapienti antichi con il cuore umile, ci indicano il modo di cercare il volto del Bambino: un desiderio che muove una ricerca, l’uso della propria ragione, l’apertura alla Rivelazione, la capacità di leggere i segni del tempo presente, e infine l’adorazione del Bambino su cui si posa la stella.