La «perfetta letizia» degli apostoli
Mancano le parole, occorre immettere nuovi significati in esse: «mi ami?», «certo che ti amo!», eppure si sente subito che c’è qualcos’altro da aggiungere, gli schemi saltano. È Gesù, è il Signore, è lo stesso di sempre eppure non lo è più. Pietro vive una nuova pesca miracolosa, e stavolta non dice a Gesù di allontanarsi da lui perché peccatore (cfr. Lc 5,8), eppure di motivi ce ne sarebbero molti. Ma non c’è tempo per fermarsi sul passato, la Pasqua ha aperto un futuro nuovo, dove si potrà andare anche dove non vorremmo, ma sarà una esperienza di libertà ancora più grande. Non sono più io a misurare l’amore, lascio che l’amore misuri me. In questo senso si comprende la libertà interiore che porterà gli apostoli a dire di fronte al Sinedrio: «Bisogna obbedire a Dio piuttosto che agli uomini», (At 5,27-41, 1ª lettura), rivolgendosi a una istituzione religiosa che aveva il compito (o pretendeva) di dire lei quale fosse l’obbedienza da prestare a Dio. Questo non perché Pietro e gli altri ne sappiano di più, ma perché si sono consegnati, come Abramo, ad un cammino che li porta a partire senza sapere dove vanno (cfr. Eb 11,8), non con pretese dottrinali ma mantenendosi aperti al suggerimento dello Spirito. Mossa certo pericolosa, qualcuno potrebbe dire, come essere sicuri che sia lo Spirito che suggerisce questo? Ma anche nell’istituzione religiosa c’è qualcuno onesto, come Gamaliele, nei versetti 35-39 che non compaiono nella liturgia di oggi, che ammette la possibilità che ci sia Dio dietro la predicazione degli apostoli, nel qual caso non sarebbe salutare opporsi.
Vi è però un altro motivo, come direbbe S. Ignazio di Loyola, che quando qualcuno sperimenta una gioia immotivata, perfino in contesti che dovrebbero produrre esiti opposti, allora probabilmente lì è all’opera lo Spirito. E gli apostoli vivono l’esperienza delle percosse ricevute «lieti di essere stati oltraggiati per amore del nome di Gesù» (v.41). Secoli dopo, un altro testimone di Cristo, Francesco, dirà: «qui è perfetta letizia». Le misure sono saltate, la Pasqua immette la sua energia al punto che la Chiesa, e il discepolo, darà il suo meglio quando verrà legata e portata dove non vuole.