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IRAQ, CONCLUSA VISITA MONS. CORDES

“Ho potuto verificare personalmente i bisogni del Paese in vista di un piano di aiuti che coinvolgerà le organizzazioni umanitarie cattoliche”: lo ha dichiarato oggi ai giornalisti monsignor Paul Josef Cordes, presidente del Pontificio Consiglio ‘Cor Unum’ a conclusione della sua visita in Iraq, iniziata il 28 maggio. Le necessità più urgenti – ha rilevato il responsabile del ‘ministero’ della Santa Sede per la carità in una nota diffusa dalla Sala Stampa vaticana – sono quelle che riguardano l’alimentazione, l’assistenza sanitaria, la ricostruzione delle abitazioni rase al suolo e l’educazione. “Molte agenzie cattoliche hanno deciso di farsi carico di queste esigenze, assieme ad altre istituzioni” ha precisato monsignor Cordes. “Come già nella ‘Dichiarazione dei patriarchi e dei vescovi dell’Iraq’ del 29 aprile scorso voglio confermare il contributo che la Chiesa cattolica può offrire per un futuro in cui i diritti religiosi, culturali, sociali e politici di tutti siano garantiti e, in particolare, sia assicurato il diritto dei cristiani a professare liberamente la propria fede” ha aggiunto l’arcivescovo.

Monsignor Cordes ha ripercorso brevemente le tappe del suo viaggio in Iraq, inteso come la continuazione di quello effettuato dall’inviato speciale del Papa, cardinale Roger Etchegaray, in missione di pace prima del conflitto. Giovanni Paolo II – ha spiegato monsignor Cordes – “mi ha chiesto di farmi interprete, dopo gli eventi di guerra, della sua vicinanza spirituale a coloro che hanno patito le conseguenze del conflitto (…) la mia visita è cominciata il 28 maggio; insieme al Nunzio Apostolico, l’arcivescovo Filoni, ho celebrato l’Eucarestia in tre occasioni: il 29 a Baghdad, il 31 a Mossul nel rito caldeo, e l’1 giugno nel rito siro-cattolico. Ho potuto così rivolgermi alla comunità cristiana, presente ogni volta in numero rilevante, confermando l’unione paterna e l’incoraggiamento del Santo Padre”.

Monsignor Cordes ha quindi ricordato i numerosi incontri effettuati durante il suo viaggio: “in particolare due riunioni con più di dieci vescovi, con i quali ho riflettuto soprattutto sul significato dell’impegno caritatevole nella missione ecclesiale. Inoltre ho incontrato anche vescovi di diverse confessioni a Baghdad e Mossul, anche con esponenti delle autorità civili; il direttore generale del Programma Onu per lo sviluppo, Francis Dubois, il sindaco di Mossul e alcuni rappresentanti diplomatici. Ho avuto inoltre l’occasione di visitare alcune congregazioni religiose e le rispettive istituzioni caritatevoli che amministrano, tra cui il Saint Raphael’s Hospital, la casa delle suore di Madre Teresa e gli istituti per ragazze a Mossul – ha concluso monsignor Cordes – ognuno ha espresso gratitudine al Santo Padre per il suo impegno instancabile per la popolazione dell’Iraq e per la pace”. Misna