Dio desidera farsi trovare: lasciamoci illuminare dalla sua luce

Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce» (Lc 2,12). È Natale e Dio si manifesta al mio cuore. Entra nella mia storia. Attua il suo disegno di amore e desidera lasciarsi trovare, incontrarmi. Desidera abitarmi. Ed ecco i segni della sua presenza: «un bambino avvolto in fasce». La piccolezza, la fragilità, la povertà. La luce, in mezzo alle tenebre. Quando tutto è buio, anche la piccola luce di una candela diventa importante, vitale, essenziale. Quel piccolo lume che, in pieno giorno, ci sembrerebbe nulla, diventa tutto ciò in cui contiamo per continuare a camminare. La nostra vita è fatta di momenti in cui perdiamo un po’ il filo, o siamo distratti e tutto ci sembra dovuto. Ma proprio quando il cammino si fa più aspro, impariamo ad apprezzare i dettagli. Scopriamo e amiamo tutto ciò cui prima neanche facevamo caso. Le parole più semplici, gli sguardi più ordinari, le vicende più scontate diventano, improvvisamente, prezioso nutrimento del cuore e dell’anima.

Nell’oscurità della fede, nelle tenebre delle scelte discutibili dell’uomo, nella notte dei ragionamenti tortuosi che ci distaccano da Dio, nelle tempeste causate dal nostro orgoglio, ecco che si accende la piccola luce della grotta di Betlemme. È illuminata da un Bambino che è, lui stesso, la Luce del mondo. È lui il Sole che illumina le nostre tenebre. E ci dona quella pace che non esclude la lotta, il combattimento interiore, la fatica, il dolore, ma che ci fa sentire con certezza che lì è l’amore che non delude. Lì è la strada. La verità. E quando finalmente ti senti povero, Lui entra e ti fa ricco. E quando lo riconosci nel povero, sperimenti una gioia interiore che nessuna ricchezza o fama o successo potrebbero mai darti.

«Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce» (Is 9,1). Perché «è apparsa la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini» (Tt 2,1). È il dono immenso che Gesù ci ha portato: la sua stessa vita. È lui la via al Padre. Lui è la via che conduce nel cuore del Dio Uno e Trino, ora così misteriosamente vicino. E se «la legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo» (Gv 1,17). Quella grazia che ci insegna a «vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà» (Tt 2,12). In queste tre parole, è descritta la forma di vita di Gesù nella sua esistenza terrena. Egli che fu povero, casto e obbediente indica a ogni cristiano, anche attraverso la testimonianza dei consacrati, una via di libertà che è per tutti: la libertà di amare, di volere solo il vero bene e di non lasciarsi possedere dalle cose di questo mondo.

Ma noi uomini abbiamo paura della libertà. Ecco perché Dio ha scelto di venire Lui stesso tra noi: per mostrarci la via, percorrendola. Per dirci: «Non avere paura! Ci sono io, con te, per sempre, in questa avventura che a volte ti fa così paura». La via è stretta, ma è una via di vita. Che ci rende uomini e donne di speranza.

Ascoltiamo il silenzio della grotta. Prostriamoci, davanti al Bambino, insieme ai pastori. Lasciamoci illuminare dalla luce di Gesù. Accogliamo la sua pace. Adoriamo l’Amore. Forse, sentiremo nascere nel nostro cuore un canto nuovo: «Hai moltiplicato la gioia, hai aumentato la letizia» (Is 9,2). Buon Natale!

Suor Mirella Caterina Soro