Non possiamo dividere l’amore
Il filo conduttore di questa domenica è il nostro rapportarci con il Signore e con il prossimo, soprattutto verso il povero, il debole, l’emarginato.
Siamo sempre in un contesto di polemica tra i farisei e Gesù. Il tentativo dei farisei, esattamente il terzo dopo quello del tributo a Cesare (22, 15-22) e della resurrezione dei morti (22, 23-33), è quello di incastrare Gesù mettendolo alla prova sulla legge e i precetti. La Torah comprendeva 613 prescrizioni (248 comandi pari al numero delle membra del corpo allora conosciute e, 365 divieti pari al numero dei giorni dell’anno); problematico era stabilire una gerarchia tra i precetti e individuare un principio che riassumesse tutto il contenuto della legge. La cosa che sorprende e sconvolge sta nella risposta di Gesù. Nessuna gerarchia, nessun numero a confronto, ma va all’essenziale, alla fonte, rimanda semplicemente a quei due comandamenti fondamentali che sono tutta la sintesi della legge di Dio.
Il dialogo tra Gesù e il dottore della Legge che ci presenta Matteo è profondamente diverso da quelli che si legge in Marco (12, 28-31) e Luca (10, 25-28). Una domanda per niente ingenua, tanto è vero che la pone un esperto della legge. Gesù stupisce sempre, ancora, Lui non si ferma al grande comandamento ma ne aggiunge un altro. Amare Dio e amare il prossimo. Questi sono i due comandamenti su cui Gesù fa poggiare la vita.
Nella prima lettera di Giovanni si legge: «Carissimi, se Dio ci ha amati così, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri. Nessuno mai ha visto Dio; se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi e l’amore di lui è perfetto in noi». (1Gv 4,11-12).
Quest’oggi ci viene incontro anche Sant’Agostino, con le sue parole: «L’amore non può essere diviso. Scegli pure ciò che vuoi amare: il resto seguirà da sé. Cerca di dire: io amo soltanto Dio Padre. Tu menti: se ami, non puoi amare lui solo. Ma chi ama Dio, ama i suoi precetti. E quali sono i precetti di Dio? Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Che nessuno cerchi di sottrarsi all’amore in nome di un altro amore, perché l’amore abbraccia tutto».
Nessuno si sottragga all’amore, perché solo l’amore abbraccia tutto e tutti. Sì, l’amore non può essere diviso e non possiamo nemmeno pensare di dire: mi basta Dio. Ancora ci viene incontro la 1° lettera di Giovanni ci dice: «Se uno dice: “Io amo Dio” e odia suo fratello, è un bugiardo. Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede. E questo è il comandamento che abbiamo da lui: chi ama Dio, ami anche suo fratello». (1Gv 4,20-21)
Il comandamento che Gesù dice è chiaro. Amare. La sola verità è l’amore. L’amore non conosce numeri, non conosce classifica, non fa differenza e non tollera divisioni e guerre. Il Signore oggi ci da testimonia di un amore semplice, vero, semplificato da tutti i nostri incasellamenti, da tutto ciò che allontana dall’obiettivo: amare. Tutto l’amore per Dio e per gli latri sintetizzato nella persona di Gesù, ci mette di fronte a quanto conte e ci orienta nelle scelte fondamentali. Tutta la storia della salvezza passa attraverso la realtà dell’amore, si concretizza nell’uomo per l’uomo. Non può esserci amore vero e totale solo per Dio, ma è vero quando questo si riversa abbondantemente verso gli altri, il povero, l’abbandonato, l’emarginato. L’amore spinge al dono, l’amore trasforma e coinvolge, l’amore cambia. Lungo tutto il percorso storico abbiamo avuto e continuiamo ad avere uomini e donne che si son fatti trasformare dall’amore senza «se» e senza «ma», ogni giorno rispondendo con la propria vita al progetto salvifico senza risparmio, senza calcolo.
Scriveva David Maria Turoldo: «Amore, noi neppure sappiamo cos’è amore; amore, senza di te non ci sono fratelli; amore, abbiamo bisogno d’amare: accendi almeno una fiamma del tuo fuoco, donaci un raggio della tua luce per conoscere e ardere e vivere nella gioia».
Oggi sia questa la nostra preghiera, lasciamoci irradiare dalla luce di Cristo che ci dona luce e calore ed esserne testimoni nei confronti degli altri, del più piccolo, del debole e dell’emarginato. Amiamoci senza paura. Buona domenica.
Suor Tiziana Chiara