L’anima mia magnifica il Signore
Domenica scorsa, il vangelo di Luca ci presentava tre parabole che ci invitavano a tenere gli occhi rivolti in alto, non per allontanarci dalla terra, ma perché vivessimo sulla terra sapendo che la nostra patria vera è quella dei cieli, dove Maria, la Madre di Gesù, si trova già con la pienezza della sua umanità, anima e corpo. Invece di fermarci a disquisire su come ciò possa essere avvenuto, chiediamoci che cosa significa per noi l’evento già verificatosi in Lei come, d’altronde, lo sappiamo, è accaduto in Gesù. La Chiesa, proponendoci di credere nell’Assunzione di Maria, certamente vuol dirci qualcosa che è bene per noi, per la nostra vita di oggi. Se non fosse così, dovremmo costatare che sarebbe una festa inutile e che, di conseguenza, sarebbe inutile riflettere su questo evento di Maria.
Un testo della liturgia eucaristica che ci svela il significato delle feste più grandi è il prefazio, quella preghiera che introduce la grande preghiera eucaristica e che termina con il canto del Santo. Data la brevità dello spazio del commento riporto il brano del prefazio, lasciandolo quasi per intero alla vostra riflessione. Ecco il testo del Prefazio: «Oggi la Vergine Maria, madre di Cristo, tuo Figlio e nostro Signore, è stata assunta nella gloria del cielo. In lei, primizia e immagine della Chiesa, hai rivelato il compimento del mistero di salvezza e hai fatto risplendere per il tuo popolo, pellegrino sulla terra, un segno di consolazione e di sicura speranza. Tu non hai voluto che conoscesse la corruzione del sepolcro colei che ha generato il Signore della vita».
Questa preghiera, oltre che dirci con parole appropriate cosa significa che Maria è Assunta, ci dice anche che l’Assunzione è pure il nostro futuro perché è il compimento del mistero di salvezza, preparato per noi dallo stesso Dio Padre, e che Maria, per noi ancora in cammino verso quella Patria, è «segno di consolazione e di sicura speranza». È questa la ragione per cui siamo devoti della Madonna?