La Misericordia regna dalla croce
L’anno della Chiesa (l’Anno Liturgico) con la settimana che stiamo per iniziare giunge al suo centro, meglio è dire al suo cuore. Il tempo della Chiesa, infatti, ha un cuore perché in esso si celebra continuamente l’evento della Morte e della Resurrezione del Signore, tanto che si potrebbe dire che l’anno della Chiesa è Cristo. Pertanto la celebrazione culmine dell’anno sarà la celebrazione più solenne della Passione, Morte e Risurrezione che noi facciamo nella settimana santa, in particolare nei giorni di venerdì e sabato santi e la Veglia Pasquale. Il giorno dell’Epifania, quando ci fu annunziato solennemente il calendario delle feste liturgiche di tutte l’anno, alla indicazione delle date fu fatta una premessa che diceva: «Centro di tutto l’anno liturgico è il Triduo del Signore crocifisso, sepolto e risorto, che culminerà nel Domenica di Pasqua, 8 aprile. … In ogni Domenica, Pasqua della settimana, la santa Chiesa rende presente questo grande evento … Dalla Pasqua scaturiscono tutti i giorni santi: Le Ceneri, … l’Ascensione, … la Pentecoste, … la prima Domenica di Avvento. … Anche nelle Feste della santa Madre di Dio, degli Apostoli, dei Santi e nella commemorazione dei fedeli defunti, la Chiesa pellegrina sulla terra proclama la Pasqua del suo Signore…».
La Domenica della Palme, grande portale d’ingresso alle feste pasquali, è caratterizzata dalla memoria dell’entrata gioiosa di Gesù in Gerusalemme acclamato quale Messia, il «Benedetto nel nome del Signore che viene», e la proclamazione della Passione del Signore nel racconto di uno dei tre evangeli sinottici, quest’anno quello di Luca. Come ormai è abitudine, in questo breve commento alla liturgia domenicale, fermiamo la nostra attenzione sul brano evangelico. Essendo impossibile commentare tutto il brano, mi limito a commentare alcune delle peculiarità del racconto di Luca perché siano per noi motivo di preghiera, di rinnovata speranza e di ottimismo per il futuro di questa umanità per la quale Dio si è completamente donato in Gesù Cristo. Siccome Luca è definito l’evangelista della misericordia di Dio, vediamo come anche nel racconto che egli fa della passione del Signore, è presente e signoreggia questa caratteristica dell’amore misericordioso. I punti che evidenzio sono: il rinnegamento di Pietro, il Cireneo, il malfattore perdonato.
Anche gli altri evangelisti narrano il rinnegamento di Pietro, ma Luca introduce nel racconto un particolare importante riguardo al pianto di Pietro. Mentre gli altri evangelisti si limitano ad annotare che il pianto di Simon Pietro scoppia al canto del gallo, Luca dice: «E in quell’istante, mentre ancora parlava, un gallo canto. Allora il Signore si voltò e fissò lo sguardo su Pietro, e Pietro si ricordò della parola che il Signore gli aveva detto: prima che il canto canti, mi rinnegherai tre volte. E, uscito fuori, pianse amaramente». «Il Signore si voltò e fissò lo sguardo su Pietro…»! Anche il tradimento corre sulla corda dell’amore (lo sguardo di Gesù) e solo «rivivendo l’amore» se ne può comprendere la gravità, ma senza disperarsi perché la corda dell’amore di Cristo (di Dio) non si spezza mai!
Mi colpisce che il Cireneo abbia lo stesso nome di Pietro, Simone. Mentre gli altri evangelisti dicono che i soldati dovettero costringere l’uomo che tornava dai campi a portare la croce, Luca dice semplicemente che i soldati «fermarono in certo Simone di Cirene, che tornava dai campi, e gli misero addosso la croce da portare dietro Gesù». Questo Simone, inconsapevolmente, realizza ciò che Gesù ha chiesto a chi vuole essere suo discepolo: «Chi vuole essere mio discepolo, prenda la sua croce e mi segua..». Come non vedere in questo Simone l’immagine di ogni discepolo del Signore Gesù ad iniziare da Simon Pietro? Papa Francesco parlando per la prima volta ai cardinali ha detto che senza la croce non si può parlare di Cristo: «Quando camminiamo senza la croce, quando edifichiamo senza la croce, quando confessiamo un Cristo senza la croce, non siamo discepoli del Signore: siamo mondani, siamo vescovi, preti, cardinali, Papi, ma non discepoli del Signore».
Sul Golgota Gesù è appeso al patibolo in mezzo a due malfattori. Uno di loro lo riconosce innocente e chiede di essere con Lui quando entrerà nel suo regno e Gesù gli risponde: «Oggi, con me sarai nel Paradiso». È il trionfo della Misericordia!… di Dio che, soprattutto, nella sua misericordia manifesta la sua Onnipotenza.