La festa della vera libertà
Letture del 1° giugno, Ascensione: «Fu elevato in alto sotto i loro occhi» (At 1,1-11); «Ascende il Signore tra canti di gioia» (Salmo 46); «Chiamati allo stato di uomo perfetto, nella misura che conviene alla piena maturità di Cristo» (Ef 4,1-13); «Gesù è assunto in cielo e siede alla destra di Dio» (Mc 16,15-20)
Agli occhi di molti può sembrare la celebrazione dell’abbandono degli uomini da parte del Signore ma osiamo affermare: in noi non c’è indizio di tristezza né di sofferenza perché sappiamo che Gesù è il vincitore ed il tempo che ci è consegnato non è un tempo di assenza, incerto o inerte, ma è tempo di salvezza ; la storia di salvezza continua. Ha termine una modalità: l’agire di Gesù nella sua persona fisica; e ha inizio una nuova modalità: il Signore opera nell’azione dei suoi fedeli.
Così la storia di Gesù si prolunga nella storia della Chiesa. L’Ascensione è quindi la festa della libertà, dell’autentica libertà.
Quella del Figlio che fa ritorno al Padre dopo esserne disceso e quella dei suoi discepoli impegnati – nella fede in Cristo risorto e asceso – a predicare il Vangelo ad ogni creatura, in tutto il mondo , fino alla fine della storia degli uomini (Mc 16,15).
Predicare il Vangelo! Ecco il mandato del Signore: rendere testimonianza a Cristo, a Colui che passò beneficando tutti, a Colui che è morto per noi, che è risorto, che ora vive per sempre e della cui presenza è pieno tutto l’universo, tutta la storia, il mondo intero . «…per riempire tutte le cose» dice S.Paolo nella lettera agli Efesini.
Siamo mandati a testimoniare tutto l’accaduto, tutto quanto ci è accaduto; quanto ci è successo nel presente, in questi giorni che fanno la nostra vita; di come cioè siamo diventati uomini lieti dell’incontro con Cristo Gesù, uomini dallo sguardo più comprensivo sulla realtà, uomini resi capaci di concreta carità!
L’Ascensione del Signore non è un abbandono. Infatti, salendo, Gesù disse: «ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28,20). Dalla Sua ascesa al cielo, fino al giorno del Suo ritorno alla fine dei tempi, c’è lo spazio ed il tempo affidato ai Suoi per l’edificazione del Suo Regno ma in Sua compagnia.
Dall’Ascensione del Signore al Padre, ha inizio una nuova modalità della Sua presenza. Ha detto infatti: «il Padre mio opera sempre e anch’io opero» (Gv 5, 17); perciò anche noi operiamo! Nella venuta e fino al ritorno del Figlio al Padre, ci è mostrata con chiarezza inequivocabile la sorprendente traiettoria dell’esistenza umana: fatti da Dio, stare con Dio, fatti per vivere nella casa di Dio. Questa è il destino dell’uomo: la comunione col Padre, per sempre… per tutti.
È indiscutibilmente vero, la Sua ascensione ha lasciato un vuoto. Ma è un vuoto pieno di passione, pieno di desiderio.
– Questo bruciante desiderio è la condizione per continuare ad accogliere ogni dono che Egli ci offre nello scorrere dei giorni.
– Questo nostro ardente desiderio è accolto dallo Spirito del Signore ed è da Lui trasformato in forza di testimonianza-missione.
– È proprio questo desiderio che ci fa chiedere, in ogni situazione della vita, di poter diventare come Lui. (Personalmente porto nel cuore l’insegnamento di un grande amico che mi ha educato insegnandomi: nella pazienza, si diventa ciò che si desidera!)
– Questo desiderio saprà tener viva la letizia dell’appartenenza che diventa ogni giorno più totale.
In tal modo ha inizio il nostro cammino di cristiani adulti e responsabili
Così, nell’Ascensione del Signore gli Apostoli han compreso la loro vocazione e nella Pentecoste hanno ricevuto la forza necessaria per viverla. Quest’opera da compiere – a nome di Dio, per il bene di tutti gli uomini, guidati dallo Spirito del Signore, nella Chiesa – è tutta contenuta nella domanda che i discepoli han rivolto a Gesù: «è questo il tempo in cui ricostituirai il regno?» E Gesù rispose: Sì! Questo è il tempo! Il tempo della storia della Chiesa.