Quanti si salveranno?
Tre sono i passaggi di Gesù, esposti qui in ordine di importanza. Il piano divino prevede una salvezza universale, contrassegnata da gioia, intimità, festa, come l’immagine del banchetto splendidamente richiama. La provenienza dai quattro punti cardinali di coloro che entreranno nel regno di Dio, simbolizzato dalla mensa, sottolinea attraverso la categoria geografica il superamento di ogni confine religioso, etnico, culturale. La verità di una religione risiede in questa capacità di oltrepassare i confini ristretti di una nazione o di una razza.
Il secondo aspetto toccato da Gesù con parole forti è il richiamo alla responsabilità, all’impegno, alla serietà della chiamata di Dio. Gratuità del regno da parte di Dio e decisione impegnativa da parte dell’uomo sono inscindibilmente legati: diversamente c’è allontanamento, pianto, porta chiusa. Non basta una pura appartenenza esteriore alla comunità credente («abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza»), l’essere nati in una famiglia cristiana, si direbbe oggi, né l’ascolto della sua parola non diventato vita. Alla fine si trova un giudizio sul ruolo storico del popolo al quale appartiene probabilmente l’interlocutore.
Il rifiuto della predicazione di Cristo fa sì che i giudei («i primi») diventino «ultimi», mentre i pagani («gli ultimi») diventino «primi». E un’affermazione che ingloba tutti, senza limitazioni, diversamente da come lascia intendere la traduzione CEI sopra riportata (cfr Mt 20,16). Per Luca, comunque resta sempre la possibilità di salvezza, mediante la conversione che conduce all’abbraccio del Padre.