Credere che Dio ci ama

18ª domenica del Tempo ordinario. «Tutti mangiarono, e furono saziati» (Mt 14, 13-21)DI STEFANO MANETTI«Venite….mangiate…», l’invito del profeta rievoca l’originario desiderio di Dio: che l’uomo si nutra dell’albero della vita che sta nel mezzo dell’Eden (cfr Gn 2,16), cioè che partecipi della vita stessa di Dio e diventi simile a Lui. Dio non retrocede dal suo progetto iniziale, nonostante la rottura dell’alleanza provocata dall’uomo con il suo peccato. Agli esiliati che hanno perduto la patria a causa della loro ribellione verso il Signore, Egli ripete che la sua volontà di salvezza non si lascia modificare dal tradimento dei suoi eletti e invita tutti ad accostarsi per mangiare gratuitamente al banchetto da lui preparato per stabilire l’alleanza eterna, perché «paziente e misericordioso è il Signore, lento all’ira e ricco di grazia».

Questo eterno amore di Dio trova la sua espressione umana nella compassione provata da Gesù alla vista delle folle. Coloro che conoscono il cuore di Dio, coloro che sono discepoli di Gesù, non possono non partecipare al dono gratuito di sé, in forza di quell’ amore di cui sono resi partecipi per la comunione di vita col Signore. Essi accolgono la parola del Maestro: «Date loro voi stessi da mangiare» e si fanno cibo col dono della loro vita per saziare la fame di amore dell’umanità. Essere credenti consiste non tanto nel credere che Dio esista quanto nel credere che Dio ci ama, questo è lo specifico della fede cristiana. Chiunque abbia conosciuto il Signore si unisce alla stupenda esclamazione di Paolo e la fa propria: «Chi ci separerà dall’amore di Cristo? Niente potrà mai separarci dall’amore di Dio in Cristo Gesù». Tuttavia sappiamo di essere davvero credenti quando amiamo, o almeno desideriamo amare, come Lui ci ama: questo è il senso del mangiare alla sua mensa.

«Perché spendete denaro per ciò che non è pane, il vostro patrimonio per ciò che non sazia?» L’ignoranza dell’amore di Dio è la maggiore delle povertà e pertanto evangelizzare è la carità più grande che un uomo possa donare al suo simile. La comunità cristiana vive l’amore del suo Signore in modo eminente soprattutto quando lo annuncia a chi non lo conosce.