La famiglia umana cammina verso l’unità
L’elogio che la tenacia della Cananea strappa dalle labbra di Gesù: «Donna davvero grande è la tua fede!» suona come un sussulto di gioia da parte del Signore per aver finalmente raccolto il frutto che Egli si aspetta da ciascuno, lontano e vicino. L’atteggiamento severo di Gesù nei confronti della Cananea purifica la sua fede. Ma questo non è il solo elemento che determina la maturazione della fede nella donna: c’è l’intervento dei discepoli che intercedono per lei. Così la comunità cristiana ha il dovere di accompagnare ogni uomo nel suo cammino di fede verso Cristo. Dio già nei profeti ha manifestato il suo disegno di condurre la famiglia umana all’unità, di fondare la sua «casa di preghiera per tutti i popoli». Il suo agire nella storia ci stupisce perché anche ciò che è di ostacolo sa volgerlo a questo fine ultimo: la disobbedienza del popolo eletto diventa una via per riversare la sua misericordia su tutti. Nel ministero di Gesù questo desiderio di Dio si palesa compiutamente. C’è un motivo di unità più forte delle appartenenze etniche e culturali: nelle fede gli uomini scoprono di essere uno in Cristo Gesù.
In questo primo decennio del terzo millennio, la Chiesa italiana si è proposta di attuare una conversione della pastorale in senso missionario. È la coerente continuazione di quel cammino iniziato 30 anni fa con la Evangelii Nutiandi di Paolo VI. È il cammino che vede le nostre comunità attente a quanto succede nel cuore di ogni persona che incontriamo per essere pronte a condurla a Cristo. Per questo oggi preghiamo con le parole della colletta: «rivestici dei suoi (di Cristo) sentimenti perché rendiamo continua testimonianza con le parole e con le opere al tuo amore eterno e fedele». S. Massimiliano Maria Kolbe ci viene offerto oggi come testimone esemplare. Egli disse ad Auschwichtz: «L’odio non costruirà mai niente, solo l’amore crea, esso è l’unica forza creativa che può trasformare il mondo».