La vita cristiana è un combattimento spirituale

Letture del 5 marzo, 1ª domenica di Quaresima: «L’alleanza fra Dio e Noè liberato dalle acque del diluvio» (Gn 9,8-15); «Le vie del Signore sono verità e grazia» (Salmo 24); «L’arca è figura del battesimo che salva» (1 Pt 3,18-22); «Gesù, tentato da satana, è servito dagli angeli» (Mc 1,12-15)DI CARLO STANCARI

Da questa settimana la rubrica di commento alle letture della Messa domenicale è curata da mons. Carlo Stancari, arciprete di S. Maria delle Carceri a Prato, nonché delegato vescovile per la pastorale della diocesi pratese e incaricato regionale per le scuole cattoliche.

Con il mercoledì delle ceneri è iniziato il tempo liturgico della Quaresima. Perché ostinarsi ancora oggi a proporre la Quaresima? C’è proprio bisogno di richiamarci e richiamare al silenzio, alla preghiera, alla essenzialità, al dominio di sé, alla penitenza? E poi, oggi, chi ascolta simili inviti? Ancora ancora sacrificarsi per la salute o per la bellezza o per praticare uno sport (quante diete sono reclamizzate!?), ma quale altra ragione può spingerci verso un impegno che abbia di mira di sacrificare qualcosa di noi? La pubblicità ci incalza: «lasciati tentare da…». Che bellezza (si fa per dire!) sentirsi alla pari di tutti, o identificati con la tale soubrette o il tale personaggio! Anzi: oggi la tentazione è chiamata opportunità, saper cogliere al volo le occasioni, togliersi una voglia per evitare di sentirsi repressi. Per essere capaci di gioia, bisogna anche essere capaci di tendere ad una mèta. Tutto dipende da che cosa stiamo cercando, quale desiderio stiamo coltivando, quale progetto vogliamo realizzare nella nostra vita. Chi non si possiede non può donarsi; e chi non sa donarsi è un egoista, e perciò votato alla tristezza, anche se vivesse nella bisboccia continua. Gesù, subito dopo il battesimo al Giordano, è condotto dallo Spirito Santo di fronte al tentatore che dimora nel deserto. Neppure Lui, il Figlio beneamato da ascoltare e seguire, è esentato dalla prova-tentazione. E ne esce vincitore perché obbediente al Padre e non alle suggestioni del divisore e del menzognero. Solo da questa vittoria può nascere l’armonia e la pace che è il nostro più profondo anelito, raffigurato da quella espressione: «Stava con le fiere e gli angeli lo servivano». È Lui il nuovo Adamo che finalmente vince la tentazione di sempre. Per giungere alla vittoria del Bene, della Vita, dell’Amore bisogna passare per l’«agonia», il combattimento spirituale. La vita cristiana è combattimento spirituale. In questa prima domenica di Quaresima ci sono indicati gli strumenti per vincere: far proprio il progetto di Dio rivelato nel Vangelo; entrare nel deserto che è l’intima silenziosa preghiera ed è anche il sincero stare con se stessi nella verità, chiamando le nostre debolezze e cattive tendenze con il loro nome. La fedeltà al Signore, come ogni fedeltà, talvolta può costare; ma solo una persona fedele è credibile e affidabile. Le gioie a poco prezzo durano poco.

Entriamo dunque nell’allenamento per vincere con l’aiuto di Dio questa battaglia. Quaranta giorni: un tempo stabilito; un tempo che evoca gli anni di Israele nel deserto, i giorni del diluvio, i giorni di Mosè sul Sinai colloquiando con Dio, i giorni di Gesù nel deserto. È tutta la nostra vita che è tempo di scelta tra Dio e l’io, tra il Bene e il male, tra il progetto di Dio e il nostro, tra la Parola e le parole. Lo Spirito del Signore ci guida: lasciamoci condurre. Allora la nostra apertura alle vie di Dio diventa apertura all’uomo; l’incontro con il Signore della vita è verificato nell’incontro con il prossimo.

Tante le iniziative in questo periodo: la Via crucis, la lettura del Vangelo, le iniziative di carità, ecc. Non ultima, l’incontro con le famiglie per la benedizione annuale. Che cosa scegliamo noi? Domandiamoci ogni giorno, in un momento di sosta: chi ho fatto felice oggi? Quale delle parole del Signore è stata per me luce nel mio cammino? Buon cammino a tutti verso la Pasqua del Signore e nostra.