La nostra testimonianza è il segno della Resurrezione
Domenica 8 aprile, Pasqua di resurrezione: «Noi abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua resurrezione dai morti» (At 10,34.37-43); «Cercate le cose di lassù, dove è Cristo» (Col 3,1-4); Egli doveva risuscitare dai morti» (1 Cor 5,7-8)
DI BRUNO FREDIANI
«Andate di buon mattino al sepolcro per imbalsamare il corpo di Gesù, alcune donne trovano il sepolcro vuoto. Sconvolta, Maria Maddalena si affretta ad avvertire i discepoli e Pietro e Giovanni corrono al sepolcro e verificano che il corpo di Gesù non è più lì. Comprendono finalmente quelle parole di Gesù rimaste misteriose e incomprensibili: dopo essere stato crocifisso e sepolto, risusciterò.
La fede cristiana è prima di tutto fede in Cristo morto e risorto. Per credere in questo, ai discepoli e alle donne non sono bastate le parole di Gesù; hanno bisogno anche di un segno: il sepolcro vuoto. Tommaso crederà solo quando potrà toccare i segni delle ferite sul corpo risorto del Signore.
Anche oggi, la gente chiede dei segni per essere attirata e conquistata a Cristo.
Essi saranno: una comunità unita dall’unica fede, sostenuta dai sacramenti, soprattutto l’Eucarestia della domenica, e dall’ascolto della Parola di Dio, continuamente in cammino, come comunità di discepoli alla sequela di Gesù, Maestro e Signore; una comunità che, nel suo insieme, vive l’amore, sia come legame interno, tra i suoi membri, sia come servizio all’uomo e alla comunità degli uomini, attenta ai tempi e alle loro contraddizioni, ai più deboli e agli esclusi, a coloro che soffrono nel corpo e nello spirito.
La testimonianza di una comunità di fratelli, attenta ad ogni uomo, soprattutto se sofferente ed escluso, e impegnata nella sua liberazione e promozione, sarà il segno grande della risurrezione di Cristo, capace di attrarre altri uomini nel cammino dei discepoli.