Gesù ci chiede un ribaltone di mentalità
Letture del 3 febbraio, 4ª domenica del Tempo ordinario: «Farò restare in mezzo a te un popolo umile e povero» (Sof 2,3; 3,12-13); «Beati i poveri in spirito» (Salmo 145); «Dio ha scelto ciò che nel mondo è debole» (1 Cor 1,26-31); «Beati i poveri in spirito» (Mt 5,1-12)
DI AVERARDO DINI
La beatitudine, la felicità, la santità, la perfezione sarà raggiunta non dai potenti e dagli orgogliosi, ma da chi si farà piccolo ed umile, da chi seminerà pensieri ed azioni di pace, da chi spargerà i semi della giustizia e della misericordia, da chi saprà affrontare la sofferenza senza arrendersi e da coloro che sapranno restare fedeli a Cristo anche se vengono ostacolati, derisi, perseguitati ed uccisi.
Può capitare in tante giornate di essere «in rimessa», ma da questa condizione, aspra e difficile, ci sentiamo nascere le ali che fanno volare in alto, tanto da raggiungere la vetta del cielo ed essere da Dio premiati.
Chi perde sulla terra ha la sicurezza di essere assolutamente vincente in cielo. La felicità eterna è più che assicurata. Essere diventati «gloria e lode di Dio» sarà la sorgente permanente di una gioia così esaltante da appagare le esigenze più profonde e più assolute del cuore umano per un tempo eterno.
Nel messaggio di Gesù, chiaro e limpido, c’è un invito, a compiere un profondo ribaltone di mentalità e di impostazione della vita, capace di cambiare la faccia ed il cuore del mondo.
A nuotare, andando secondo la corrente del fiume, c’è poco gusto e si dimostra di essere nuotatori di scarso valore. Se vogliamo mostrare coraggio e bravura dobbiamo nuotare controcorrente.