La voce di Gesù ci chiama
10 agosto, 19ª domenica del Tempo ordinario: «Fermati sul monte alla presenza del Signore» (1 Re 19,9.11-13); «Donaci, Signore, la tua presenza di pace» (Salmo 84); «Vorrei essere io stesso separato da Cristo per i miei fratelli» (Rm 9,1-5); «Comanda che io venga da te sulle acque» (Mt 14,22-33)
DI STEFANO TAROCCHI
Il profeta Elia percepisce la presenza di Dio nel «sussurro di una brezza leggera» (lett. «fruscio di un silenzio leggero»), importante per lui come il vento, il terremoto e il fuoco, ma carico di un’azione creatrice e non distruttiva. Pietro percepisce la presenza dell’inviato di Dio in quella parola che gli è rivolta da Gesù: «Vieni».
Nella I lettura lo scenario è il monte Oreb, cioè il Sinai, dove Dio si è manifestato a Mosè e gli ha rivelato il suo nome («Io Sono»). Nel vangelo di Matteo ci troviamo sul Mare di Galilea: Gesù, sfamata la folla, si trova solo sul monte, lontano da tutti, anche dai discepoli, che ha inviato sulla riva opposta. Essi si trovano sul mare in tempesta, con il vento contrario. Non possono contare sulle loro forze, sono troppo lontani dalla riva. Quando la notte sta per finire, Gesù si muove verso di loro camminando sulle acque. Anche noi, troppo presi da questo segno straordinario, lontano dal suo agire di ogni giorno, e spaventati tanto da esser convinti come i discepoli di scorgere un fantasma, dimentichiamo che Gesù si rivela come inviato di Dio.
È lui stesso a tranquillizzare i discepoli, come altre volte, e a chiamare Pietro che sembra sfidarlo («se sei tu, comandami di venire verso di te»): «Vieni». Pietro, però, ha una fede ancora incompleta, non abbastanza grande dal farlo resistere al mare e al vento. Così affonda e chiede l’aiuto del suo Signore: «Salvami»; Pietro è salvo solo quando è afferrato da Gesù: «Perché hai dubitato, uomo di poca fede?». Anche il vento è calmato quando Gesù sale sulla barca con gli altri discepoli: «Veramente tu sei il Figlio di Dio».
Se la fede di Pietro, anche dopo il tradimento, non viene meno (Lc 22,32), è solo nella fedeltà di Dio alle sue promesse e all’alleanza con il popolo da cui Pietro, e anche Paolo e Cristo provengono (II Lettura). È la stessa fedeltà su cui contiamo anche noi: come afferma Paolo, la Parola del Signore non può venir meno (Rom 9,6).