Edificare la Chiesa

Da questa settimana il commento alle letture domenicali è curato da mons. Giacomo Babini, vescovo emerito di Grosseto.

7 settembre, 23ª domenica del Tempo Ordinario: «Se non parli all’empio, della sua morte chiederò conto a te» (Ez 33,7-9); «Pieno compimento della legge è l’amore» (Rm 13,8-10); «Se ti ascolterà avrai guadagnato il tuo fratello» (Mt 18,15-20)

di Giacomo Babini Vescovo emerito di Grosseto

Le letture bibliche di questa Domenica ci dicono che ogni giornata è vissuta bene se tutte le occasioni di dialogo che in essa ci si sono presentate, le abbiamo utilizzate per creare un buon rapporto con gli altri. Così Gesù ha formato la sua prima compagnia, e così ha ordinato di comportarsi ai suoi discepoli, quando ha iniziato a mandarli a due a due per annunciare il Regno di Dio.

Vangelo: La buona notizia che nessuno può manipolare.La Chiesa voluta da Gesù è un popolo costituito da persone in profondo rapporto di vita tra di loro. Questo rapporto di comunione non è semplicemente un fatto biologico delle nostre parentele, sentimentale oppure occasionale. È l’intesa, è la sperimentata possibilità di trovarsi d’accordo sui problemi piccoli e grandi della vita, perché ciascuno di essi ha un significato e ci siamo sforzati insieme di farlo emergere. All’inizio del Vangelo sta l’amorevole invito a curare il bene spirituale reciproco, più comunemente detto correzione fraterna. Ogni cristiano vi è obbligato perché noi siamo una realtà comunitaria e ciascuno è tenuto a generarla. Chi si rifiuta di avvisare un fratello in errore, non fa male soltanto a lui, ma anche a se stesso e a tutti gli altri. L’interessamento per gli altri, l’attenzione, il desiderio della loro salvezza non solo è consigliato, ma è un dovere. Nella cultura dominante oggi, questa dimensione missionaria non trova spazio favorevole. Sembra che uno vada a disturbare gli altri per imporre loro le proprie idee. Nella cultura laica il termine missione, quella missione che a cominciare dagli apostoli ha sempre mobilitato la Chiesa per l’annuncio del Regno di Dio, oggi è accolta soltanto se la si intende come impegno a livello umanitario, impegno per la civilizzazione. Quando poi si è incominciato a dubitare se siamo più civili noi o coloro che hanno culture diverse, allora si è preferito utilizzare un altro termine, il «multiculturalismo» così ciascuno se ne sta tranquillo e lascia che ciascuno pensi e faccia tutto quello che vuole. Così facendo ci siamo accorti che certi comportamenti assurdi non possono proprio essere accolti come normalità ragionevole, allora ci siamo inventati ancora un rimedio per salvare la cosidetta tranquillità della coscienza, perché si può fare a meno della correzione fraterna esercitando la virtù sociale della tolleranza. II Lettura: L’amore è il compimento della legge.Anche nella seconda lettura troviamo un conforto molto preciso contro il cedimento progressivo di cui abbiamo parlato prima. Nel campo del buon grano quanti malfattori notturni seminano zizania e le famiglie da un giorno all’altro non si riconoscono più, e le generazioni si danno linguaggi diversi. Ma non abbiamo seminato del buon grano nel nostro campo? Probabilmente in molti casi non abbiamo seminato nulla; siamo stati a vedere cosa sarebbe venuto fuori. Che fare? Indubbiamente le continue novità ci richiamano ad essere allenati anche all’aggiornamento. Ma non c’è vero aggiornamento senza l’amore: «Pieno compimento della legge è l’amore». E se siamo convinti di avere una visione retta della vita dobbiamo proporla senza timidezze o ritardi. La Chiesa non solo non intende escludere qualcuno dalla sua communio, ma ha il compito di edificarla attraverso i doni che le sono stati affidati: lo Spirito Santo e la Parola di Dio. I Lettura: Ti ho costruito sentinella.Quando la sentinella è sveglia e vigile, tutta la città è al sicuro. Se la sentinella si addormenta, può accadere qualsiasi cosa. Non è semplice trovare nell’Antico Testamento affermazioni tanto forti come queste sulla nostra solidarietà umana. Da quando siamo stati battezzati in Cristo, ciascuno di noi è diventato sentinella e non può fare a meno di vegliare sulla vita non soltanto dei propri fratelli della comunità, ma tendenzialmente la nostra preghiera ed il nostro sguardo di figli di Dio va lontano dove c’è più pericolo e più sofferenza, e non possiamo perdere di vista questi luoghi ed i loro bisogni perché tutti siamo stati chiamati a far parte coscientemente del Popolo di Dio.