Il metodo del servo buono e fedele
16 novembre, 33ª domenica del Tempo Ordinario. E’ il Vangelo del rendiconto, però in tutto il contesto delle letture della domenica corrente, questo nostro dovere è soprattutto un metodo di lavoro: il metodo del servo buono e fedele.
Quando ero ragazzo mi raccontavano che fu fatta questa domanda a S. Luigi Gonzaga mentre stava giocando con i suoi amici: «se ti dicessero che tra un quarto d’ora morirai, cosa faresti?» E lui rispose tranquillamente: «continuerei a giocare».
Il modello di un simile impegno ce lo mette davanti la prima lettura nella figura della donna forte. Il cristiano in questa lavoratrice modello penserà subito a Maria.
Dio le può affidare tutti i suoi beni e non gli mancheranno certo i frutti. Si è concepita come la serva di Dio ed il suo servizio non avrà pause. Dopo il sì iniziale diventa logica la sua disponibilità a tutto: alla incarnazione, alla fuga in Egitto, alla libertà assoluta del Figlio, alla croce, alla sua compagnia attenta e premurosa per gli apostoli, gli amici del Figlio, e poi al servizio della Chiesa. In mezzo a tanti peccatori essa è non si smentisce mai; è senza difetto; senza macchia né ruga. «Lodatela per il frutto delle sue mani». Ci dà una grande speranza: «Apre la sua mano al misero, stende la mano al povero».
Concludiamo con una preghiera «O Padre che affidi alle mani dell’uomo i beni della creazione e della grazia, fa che la nostra volontà moltiplichi i frutti della tua provvidenza. Rendici sempre operosi e vigilanti nell’attesa del tuo ritorno, nella speranza di sentirci chiamare servi buoni e fedeli e così entrare nella gioia del tuo regno».