Dio continua a chiamare
Giovanni Battista, l’ultimo profeta dell’Antico Testamento, che sa di essere il precursore, colui che gli prepara la via, gli manda infatti i primi discepoli. Il primo si chiama Andrea, il secondo insieme ad Andrea, non nominato, è senza dubbio Giovanni, l’evangelista stesso che ha scritto questo brano del Vangelo che stiamo commentando. Sequela significa qui in modo del tutto originario: andare dietro a Gesù, sapendo solo di essere stati invitati a seguirlo. Ma questo stato non dura a lungo, perché Gesù si volta e i due vanno verso di lui sotto il suo sguardo. «Che cosa cercate?» Essi non possono tradurlo in parole, perciò ecco la contro domanda: “«Maestro, dove abiti?». Dove è casa tua, affinché possiamo conoscerti meglio? «Venite e vedete». Invito ad andare insieme, senza ulteriore spiegazione; solo chi va insieme a lui, vedrà. E questo viene confermato: «Andarono insieme, e videro, e restarono». Restare è la parola che significa per Giovanni l’essere definitivamente presso Gesù, la parola della fede e dell’amore. Neppure il terzo discepolo, Simone, viene chiamato, ma viene come trasferito, quasi forzato. Gesù lo fissa con gli occhi: io ti conosco: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni». Ma io ti adopero per qualcos’altro: tu devi chiamarti Cefa, roccia, Pietro. Nessun invito, è una requisizione. A Gesù infatti occorre non solo tutto quell’uomo, gli occorre come pietra basilare per ciò che costruirà. Pietro sarà a tal punto la pietra basilare che dovrà portare tutto, anche l’amore ecclesiale: «Simone, mi ami tu più di questi?». A chi più è stato dato più sarà richiesto.