Pescatori di uomini
I Lettura: gli abitanti di Ninive capiscono e cambiano vita
La prima lettura ha meravigliato molte persone: Giona deve chiamare a conversione la città di Ninive: «Tra quaranta giorni Ninive sara distrutta». La conversione si adempie, non la distruzione. E chiaro che Dio ha voluto raggiungere la loro conversione; avvenuta questa, della distruzione non c’è più bisogno. Ma la distruzione minacciata non era un puro mezzo di spavento, era del tutto seria e viene giustamente presa in considerazione dai Niniviti. Essi comprendono forse anche il positivo: che Dio vuole sempre il bene e mai la distruzione, e che solo quando la conversione viene gettata al vento, egli deve estinguere il male per amore del bene. Ciò che mette questa lettura in rapporto col Vangelo è soprattutto l’immediatezza della risposta. I Niniviti, non traccheggiano, non rimandano a tempi migliori. Rispondono subito come gli apostoli nel Vangelo. Appartiene al carattere ironico del libro di Giona il fatto che il profeta insorge contro l’incostanza di Jahvè: «come può un Dio minacciare catastrofi e poi però non attuarle?»