L’Ascensione ci indica il senso della vita

DI GIACOMO BABINI Vescovo emerito di GrossetoDomenica 24 maggio, Ascensione del Signore. L’Ascensione del Signore ci indica il senso finale della nostra vita. Nel  tempo  che viviamo in questo mondo l’ascensione avviene gradatamente in noi nella misura in cui imitiamo Gesù e compiamo le sue opere. Così la nostra vita diventa una testimonianza per tutti  di ciò che fin da ora sta germogliando nell’universo: una eterna realtà d’amore  che si compirà definitivamente nella vita eterna. I Lettura: «Fino ai confini della terra»Tutte e tre le letture della solennità della Ascensione di Gesù al Cielo ruotano intorno a un unico mistero: il ritorno di Gesù al Padre significa anche l’invio della Chiesa in tutto il mondo. La prima lettura distrugge anzitutto l’ingenua aspettativa dei discepoli che il Signore risorto avrebbe fondato il regno di Dio. Essi lo chiamano «il regno d’Israele» con la sua autorità sulla terra; ad essi sarebbero affidati allora, come pensavano una volta i figli di Zebedeo (Mt 20, 21) automaticamente i posti d’onore. Ma per essi viene pensato qualcosa di più grande: essi, rinunciando alla conoscenza dei tempi e dei termini, devono venir arruolati nella costruzione del regno di Dio: lo Spirito Santo li renderà  capaci, ma essi dovranno impegnarsi a muoversi «da Gerusalemme, dalla la Giudea e dalla Samaria (per andare) sino ai confini della terra». Quasi per aprir loro le porte di questo spazio vasto quanto il mondo, scompare la figura visibile di Gesù. Il punto centrale del mondo, agli occhi di coloro che operano per  l’avvento del Regno di Dio, non è più d’ora in poi là dove Gesù è visibile, ma ovunque dovrà arrivare la sua Chiesa. Vangelo: «Una protezione particolare sino alla fine del tempo».II Vangelo precisa di più  il significato dell’Ascensione: mentre il comando della missione ha la stessa vastità «in tutto il mondo», non viene subito promesso ai discepoli che troveranno ovunque l’accoglienza della fede: non essi la comunicano con la loro predicazione, ma Dio, a condizione che l’uomo accolga la sua grazia. L’uomo la può anche rifiutare per propria colpa, ed escludere in tal modo se stesso dalla salvezza. Gesù promette agli apostoli, come segno che essi predicando obbediscono allo Spirito Santo, una speciale protezione ed anche un’autorità speciale. Ma essi troveranno tutta la loro gioia e la loro ricompensa nel rendersi conto che portano la vita ai fratelli e alle sorelle di ogni nazione. Considereranno questa collaborazione con Gesù un grande privilegio, e non dovranno attribuire i loro successi a se stessi, ma al Signore che li manda, e la stessa cosa vale per quelli che inseguito alla loro predicazione verranno alla fede. E di nuovo, con questo ordine e con questa promessa, il Signore ha detto l’ultima cosa, cioè che la Chiesa avrà fino alla fine del tempo da sapere, da seguire e da sperare. Gesù rimarrà  la fonte della vita, ma nella  storia la Chiesa dovrà da ora in poi provvedersi sempre  di un capo ed un programma  per portare nel mondo  l’insegnamento del suo indispensabile capo resosi invisibile. II Lettura: «Per l’edificazione della Chiesa»La seconda lettura porta un importante complemento. Essa mostra 1’Ascensione sotto due nuovi aspetti. Anzitutto illumina il fatto che l’ascesa di Gesù «sopra tutti i cieli»  non significa che egli lascia ormai la Chiesa agire da sola; piuttosto è lui che d’ora in poi dall’altezza più alta decide e consegna le diverse missioni personali all’interno della sua Chiesa. Le missioni non si scelgono da noi stessi, ma vengono comunicate a ciascuno dall’alto, e se si definiscono come carismi dello Spirito Santo, esse sono anche forme dell’imitazione di Cristo, da lui stesso partecipate ad ogni singolo. Ma per seconda cosa questa differenziazione all’interno della Chiesa di Cristo non ha che uno scopo: «guidare tutti all’unità della fede e della conoscenza» di Cristo. A quest’unità si mira in ogni maniera: se nel cielo un Padre universale, un Cristo e uno Spirito promuovono l’unità ecclesiale, la stessa  Chiesa fedelmente e incessantemente deve, mediante l’unità dei sacramenti «un solo battesimo», mediante la trasparenza del pensiero «una sola fede», mediante le opere di misericordia «una comune speranza», corrispondere all’unità trinitaria.