La Santità rende bella la vita
Ci sono le grandi figure, gli apostoli, i profeti, e poi una moltitudine immensa avvolta in bianche vesti e accomunati da un canto di lode all’Agnello Redentore. Chi sono questi? domanda Giovanni. Sono coloro che hanno reso le loro vesti candide col sangue dell’Agnello. I battezzati ed i redenti. Questa visione dà pace a noi che possiamo immaginare finalmente le persone buone al di sopra delle cattiverie, della battaglie ipocrite, delle manifestazioni false e indecenti che abbiamo sempre sotto gli occhi. Aggiungerei anche, non mancheranno i dilaniati dagli attentati, gli affogati dal maremoto, i sepolti dal fango, perché Dio non perde di vista nessuno dei suoi santi.
S. Giovanni Evangelista, quando scriveva questa manifestazione certamente aveva presenti i primi Cristiani fin da subito perseguitati ovunque, è voleva infondere loro coraggio descrivendo come il Padre li avrebbe protetti sostenuti nella persecuzione e raccolti nel Suo Regno.
Una definizione, come sempre precisa ed operativa del Papa su questo argomento della santità: «La straordinaria fusione tra l’amore di Dio e l’amore del prossimo, rende bella la vita e fa rifiorire il deserto in cui spesso ci troviamo a vivere. Dove la carità si manifesta come passione per la vita e per il destino degli altri, irradiandosi negli affetti e nel lavoro, e diventando forza di costruzione di un ordine sociale più giusto, lì si costruisce la società capace di fronteggiare l’avanzata della barbarie. Diventate costruttori di un mondo migliore secondo l’ordine dell’amore in cui si manifesta la bellezza della vita umana». (22 maggio 2006 – Benedetto XVI all’incontro dei Movimenti Cattolici).