Pasqua di Risurrezione

Domenica 4 aprile, Pasqua di resurrezione. Letture: Gv 20, 1-9.Domenica 11 aprile, seconda domenica di Pasqua o della Divina Misericordia. Letture: Gv20,19-31di GIANCARLO BRUNIEremo delle Stinche – Panzano in Chianti

1. Il Vangelo di Giovanni è una testimonianza che annuncia ciò che il «noi» apostolico e della sua comunità ha udito, visto, contemplato e toccato di Gesù «Verbo della vita» (1Gv 1,1-4). Una testimonianza che coglie l’oggetto del proprio amore nel suo »prima», la preesistenza (Gv 1,1-18), nel suo «giorno», l’agire pubblico di Gesù, e nella sua «ora», la morte – resurrezione – glorificazione – pentecoste. Una testimonianza finalizzata a un credere che introduce nella vita quanti l’accolgono in intera fiducia, vita nel triplice senso di comunione con Dio, comunione fraterna e vita eterna. Questo è un vivere nella luce sottratto al potere della morte i cui frutti sono l’odio e il nulla.

2. Questa domenica, pasqua di resurrezione, e ogni «otto giorni dopo», la domenica, la testimonianza giovannea è centrata sul grande evento: gli occhi che nel crocifisso hanno contemplato l’amore del Padre fino a morirne adesso contemplano l’amore del Padre fino a ridare vita nuova ai consumati dall’amore. Una visione progressiva che investe Maria di Magdala, Pietro e Giovanni, i discepoli, Tommaso e ciascuno di noi. L’itinerario di Maria alla fede nella resurrezione inizia con un recarsi al sepolcro e con un vedere che si limita a costatare che la pietra era stata tolta e il cadavere trafugato. Motivi di pianto (Gv 20,1-2.11-13). Il suo è il vedere del desiderio che prolunga l’affetto verso l’amato inseguendone l’ombra anche nel regno dei morti, là ove sono «compagne le tenebre» e lontani «amici e conoscenti» (Sal 88,19). Un desiderio destinato alla pura frustrazione se non viene orientato diversamente dall’Altro che appare dall’oltre chiamando per nome «Maria» (Gv 20,16) e incanalando bene la ricerca: «Chi cerchi?» (Gv 20,15). Non cercare tra i morti colui che è vivo (Lc 24,5-6) e non cercare come prima (Gv 20,17) colui che «è sotto altro aspetto» (Mc 16,12), quello del giardiniere-custode del mondo di Dio al di là del male e della morte (Gv 20,15). È il Risorto stesso che conduce Maria a questa nuova e profonda visione che fa di lei una annunciatrice: «Maria di Magdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore», il Risorto, il custode del mondo a-venire (Gv 20,18). Questo il suo tragitto: da una visione esteriore alla visione illuminata, opera in lei del rivelarsi a lei del Risorto, all’annuncio-testimonianza. Solo ai veggenti è dato parlare. E questo è il nostro tragitto: lasciarsi trafiggere e convertire dalla parola della testimone e dei testimoni dell’evento (At 2,37-38). La nostra via alla fede nella resurrezione è la «via dell’ascolto», l’udito ci rende veggenti. Maria di Magdala, Pietro e Giovanni che «vide e credette» (Gv 20,8) sono i messaggeri-angeli di Dio inviati a noi per fare nostra la loro testimonianza in intera fiducia.

3. Illuminante a questo proposito è il percorso di Tommaso il «diviso in due» a motivo del suo altalenare: credo se vedo e tocco (Gv 20,24-29), con una conclusione che ci riguarda da vicino: «Gesù gli disse: “Perché mi hai veduto, tu hai creduto, beati quelli che non hanno visto e hanno creduto”» (Gv 20,29) alla parola dei testimoni oculari come parola di Dio – parola del Signore. Parola rivolta a tutti e a ciascuno personalmente (Rm 10,9) proclamata pubblicamente ogni «otto giorni dopo» (Gv 20,26) che è «il primo giorno della settimana» (Gv 20,1), la domenica a ricordo, annuncio e testimonianza che la nuova creazione è iniziata il giorno della croce-resurrezione. La figura di questo mondo nel male e nella morte è realtà penultima, la croce come simbolo di amore e la tomba vuota come segno di resurrezione: «Il crocifisso è risorto» (Mc 16,6), sono indici della realtà ultima, ne sono il primo giorno in attesa della sua piena fioritura. Realtà già presente e operante ove il cuore attraverso l’udito accoglie il messaggio dell’amore e l’annuncio della resurrezione che dischiudono a quella novità di vita che è il solo segno dato al mondo a certificazione che la pasqua come passaggio dal male al bene e dalla morte alla vita rientra nell’ordine dei possibili di Dio concessi all’uomo.