Sono un vecchio catechista. Mi permetto disturbare per porre una domanda che mi è stata fatta a mia volta alla quale desidero rispondere esattamente. Ho qui davanti una vecchia dispensa di Liturgia Sacramentaria del Magnoli dove si dice (normativa CEI 1989) che, alla Comunione, il fedele deve protendere entrambe le mani verso il ministro con la sinistra sopra la destra eccetera eccetera. Ebbene: e i mancini? possono fare il contrario?Siccome so bene che la Chiesa non dice mai nulla per caso, perché non è stato detto semplicemente di sovrapporre le mani e ognuno si comportava a suo piacimento? Perché proprio la sinistra sopra la destra? Ho letto anche di san Giovanni Crisostomo per il quale la mano sinistra era come un trono posto sotto la destra perché era questa che doveva ricevere il Re… Grazie per il tempo che mi dedicherete.Alberto Carloni
Risponde padre Lamberto Crociani, docente di Liturgia
Alcuni mesi fa proprio su Toscana Oggi ho affrontato il problema della «comunione», sulla mano o in bocca, a seconda delle tendenze «tradizionaliste» o «progressiste», argomento questo che non ci interessa da vicino.Seguendo però l’evoluzione storica proposta dagli studiosi, e primo fra tutti il documentatissimo Mario Righetti, ho constatato che l’Occidente sovrapponeva la sinistra sulla destra per ricevere la particella del Sacro Pane, di conseguenza si comunicava portando alla bocca la particola con la destra per andare immediatamente dopo a sumere dalla coppa il prezioso Sangue del Signore.Conosco anch’io quanto affermato da San Giovanni Crisostomo e probabilmente il mondo bizantino si è attenuto a questa prassi fino a quando non ha prevalso l’uso di comunicare il popolo con il «cucchiaino» dopo aver immerso il Sacro Pane nella coppa contenente il prezioso Sangue del Signore.I due diversi «modi» di porre le mani non sono assolutamente in contrasto. Quanto affermato nella normativa Cei del 1989 credo che parta più da un fatto pratico, da un uso per cui si ritiene che la mano d’uso sia la destra: ma sappiamo però che questo non è un dato assoluto, anzi i cosiddetti «mancini» sono sempre di più. Io stesso sono tra gli ultimi mancini costretti a utilizzare la destra, anche se per molte funzioni non ne sono affatto capace, per cui in genere incenso con la sinistra e quasi sempre sollevo la coppa eucaristica con la stessa mano avendo in questa più forza e nelle rare occasioni che comunico col popolo di Dio sovrappongo istintivamente la sinistra, non per mancanza di rispetto alla normativa, ma per la mia condizione di mancino, perché tale in sé sono rimasto. La posizione delle mani non riflette affatto una visione teologica, ma la natura di chi si accosta alla Comunione.