Quanti anni aveva San Pietro quando è stato martirizzato? Ho fatto caso che nel Vangelo di Giovanni si legge: «In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi, ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi. Questo gli disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio». Sembra parlare di una persona anziana, accudita da altri. O forse il riferimento non è all’età, ma alla condizione di prigionia?Lettera firmataRisponde don Stefano Tarocchi, docente di Sacra ScritturaL’apostolo Pietro, com’è noto, era originario di Betsaida, località a nord est del Mare di Tiberiade, presso la foce superiore del Giordano, come ricorda il Vangelo secondo Giovanni: «la città di Andrea e Pietro» (Gv 1,44). Si era poi era trasferito a Cafarnao, poco lontano.La lettera di papa Clemente ai Corinzi, uno dei più antichi testi cristiani fra quelli che non fanno parte del Nuovo Testamento, così scrive, parlando anche dell’apostolo Paolo: «mettiamoci davanti agli occhi i valorosi apostoli! Pietro che per una ingiusta gelosia ha dovuto sopportare non una o due ma più sofferenze e avendo così reso testimonianza se n’è andato al luogo di gloria a lui dovuto» (1 Clem. 5,3-4).Ancora il Vangelo di Giovanni nel suo epilogo (Gv 21,15-19) riferisce l’episodio cui accenna la domanda del lettore: «Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».Nella prima lettera di Pietro troviamo quasi un’eco delle stesse del Vangelo: «esorto gli anziani che sono tra voi, quale anziano come loro, testimone delle sofferenze di Cristo e partecipe della gloria che deve manifestarsi: pascete il gregge di Dio che vi è affidato, sorvegliandolo non perché costretti ma volentieri, come piace a Dio, non per vergognoso interesse, ma con animo generoso, non come padroni delle persone a voi affidate, ma facendovi modelli del gregge. E quando apparirà il Pastore supremo, riceverete la corona della gloria che non appassisce» (1 Pt 5,1-4).Questa lettera fu composta quasi certamente poco dopo la persecuzione neroniana rammentata dallo storico Tacito. Essa evidenzia il nome del mittente («Pietro, apostolo di Gesù Cristo, ai fedeli che vivono come stranieri, dispersi nel Ponto, nella Galazia, nella Cappadòcia, nell’Asia e nella Bitinia»: 1 Pt 1,1) e aggiunge nei saluti finali «vi ho scritto brevemente per mezzo di Silvano, che io ritengo fratello fedele, per esortarvi e attestarvi che questa è la vera grazia di Dio», e «vi saluta la comunità che vive in Babilonia e anche Marco, figlio mio» (1Pt 5,12-13). Babilonia è naturalmente Roma.Riguardo al suo martirio, alcuni studiosi pensano al tempo della persecuzione neroniana, verso il 64 o il 65 d.C., ma c’è chi si spinge fino al 67. Tertulliano (155-230), ricalcando le parole del Vangelo di Giovanni dice che fu crocifisso: «Pietro venne legato da un altro, quando venne assicurato alla croce», e gli Atti apocrifi di Pietro (apocrifo della seconda metà del II secolo), come pure Eusebio di Cesarea (265-340), aggiungono che fu crocifisso a testa in giù: «giunto a Roma vi fu crocifisso con la testa all’ingiù, poiché egli stesso chiese di subire tale martirio». Se anche non si conosce l’anno esatto della morte, difficile pensare che la comunità romana del tempo non abbia conservato il ricordo del luogo del martirio e anche della sepoltura.Un apocrifo del VI-VII secolo (la Passione di Pietro e Paolo) aggiunge anche la vicenda del celebre Domine, quo vadis?: a Pietro che fugge da Roma per evitare il martirio, sulla via Appia appare Gesù che cammina nella direzione opposta e gli rivela che sta andando a Roma per essere nuovamente crocifisso.Per tornare all’oggetto specifico della domanda, possiamo pensare a un Pietro ormai vecchio per quel tempo, se nasce intorno all’inizio dell’era cristiana e muore tra il 64 e il 67 d.C. Quindi, da un lato avrebbe perfettamente ragione il Caravaggio a raffigurare un uomo ormai vecchio, crocifisso a testa in giù.D’altro canto, il Vangelo di Giovanni, accostando Pietro al discepolo prediletto, anch’egli morto al tempo in cui è composto l’epilogo del Vangelo omonimo, parla di una diversa, eppure comune, fedeltà al Signore, manifestata attraverso l’estensione delle mani: ossia l’atto di presentarle perché siano incatenate, o legate all’asse orizzontale della croce da portare al luogo del supplizio. «”quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi”. Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio».