Cosa vuol dire che l’uomo è creato «a somiglianza» di Dio?
Che cosa significa precisamente che Dio ci ha creati a sua immagine e somiglianza? In cosa somigliamo a Dio? E in cosa siamo diversi?
Enzo Chiari
La diversità è facilmente comprensibile: Dio è spirito e l’uomo è carne e materia. Dio è l’essere assoluto, l’uomo è un essere relativo, anzi nulla. Dio è creatore e l’uomo è il suo prodotto. L’uomo nasce come altro dai genitori e in sé individua persona, Dio è eterno nella sua trinità di persone… un abisso di diversità.
Invece per dire in cosa somigliamo è bene prima dire com’è Dio. Dio è uno e trino, un’unica sostanza e tre relazioni, che non partiscono la natura, ma la costituiscono nella sua indivisibilità e semplicità. Dio è Padre e Figlio e Spirito santo: tre persone che non sono tre individui ma l’unica e indivisibile natura divina.
L’uomo può rassomigliare a un Essere del genere?
Dio – dice la Genesi – perché l’uomo potesse somigliargli lo fece maschio e femmina, dunque la mascolinità e la femminilità sono i due aspetti che esprimono bene la trinità e la indivisibilità di Dio. Perciò la mascolinità e la femminilità non sono due optional del corpo umano come i capelli o il colore della pelle, ma la sessualità è una natura della natura ed è essenziale per la definizione dell’uomo. Stando a Genesi cap. 5, l’uomo è una sostanza razionale di due persone una maschile e una femminile: è una indivisa unità di maschio e di femmina. Il concetto di corpo lo comprova: il corpo umano è un genere rispetto alle due differenze specifiche che sono la mascolinità e la femminilità. Per questo motivo: «L’uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una carne sola» (Gen. 2,24).
L’essere umano dunque è a immagine e somiglianza di Dio quando unendosi l’uomo con la donna formano un corpo solo, un’anima sola, una unica vita, una sola esistenza. Non dobbiamo lasciarci ingannare dalla dualità personale e sessuale, perché queste sono in funzione dell’unità e non della distinzione: maschio e femmina non sono due cose diverse che si uniscono, ma una sola cosa distinta nelle sue componenti. Ma attenzione, non dobbiamo qui pensare come a una moneta spezzata in due che si riunisce, tale immagine c’inganna, infatti a mio avviso la peculiarità più profonda nella quale l’essere umano è a immagine e somiglianza di Dio sta proprio nel fatto che pur essendo la persona maschio e la persona femmina tra loro correlative e intersoggettive, e fatti l’uno per l’altra e viceversa, sono tuttavia ciascuno, in se stesso, pienamente umani, come nella Trinità dove le persone divine sono ciascuna pienamente Dio, pur non dividendosi l’essere o natura divina. Il Padre è pienamente Dio come il Figlio, come lo Spirito. Sono così tre persone distinte ma non divise, correlate ma non diverse. E l’essere umano sta proprio nel fatto che il maschio non è mezza natura umana e la femmina non è l’altra metà, ma essendo entrambi pienamente umani proprio per questo formano nell’unione matrimoniale l’unico e indiviso essere umano.
Che cosa rende indivisi l’uomo e la donna allo stesso modo di Dio, anche se in forma analogica? L’amore. L’amore è anche un affetto, è anche un sentimento, è anche un’emozione, o meglio questi sono caratteri che rivelano l’amore, perché, soprattutto, esso è quella pasta che forma il corpo umano. Il corpo umano è esattamente la materia dell’amore dove le due persone vanno a fondersi nell’indivisa unità dell’essere umano. L’amore, come lo Spirito Santo, è nell’uomo una condizione, uno status, una missione, un habitat, perché è l’unità, cioè il fondersi stesso dell’uomo e della donna. È l’amore che giustifica l’esistenza dell’uomo, è l’amore che è il senso ultimo, profondo e radicale dell’essere umano. Esso è testimone perenne ed eterno che l’uomo e la donna non sono due persone diverse, ma un unico e indiviso essere, e come Dio è amore, e proprio l’amore lo fonda nella sua unità e trinità, così l’uomo è amore, e l’essenza e la natura dell’amore sono le persone stesse che amandosi formano una carne sola, cioè un unico individuo umano. Ecco, questo è Dio come immagine e somiglianza.
Ripetiamo allora il testo di Genesi perché descrive l’uomo quale esatto modello, e anche venuto bene, di Dio: «Quando Dio creò l’uomo, lo fece simile a sé. Lo creò maschio e femmina, li benedisse, e quando furono creati pose loro il nome di “Uomo”». Così il Nome della persona-maschio e della persona-femmina mentre si amano è Uomo, Uomo come il nome proprio di Pietro è Pietro. Questo Uomo è analogicamente Dio stesso. E Gesù lo conferma contro tutta la tradizione ebraica: «Così non sono più due, ma una carne sola, e l’uomo non separi quello che Dio ha congiunto» (Mt. 19,6). In sintesi: Dio sta alla sua natura una e trina come Uomo sta alla sua natura maschile e femminile, questo dice la Bibbia.
Athos Turchi