Il dialogo, nell’identità
DI ANDREA DRIGANI
Sul retto modo di concepire il dialogo Benedetto XVI è intervenuto, di nuovo, due volte la settimana scorsa. Nell’udienza generale di mercoledì 11 ottobre, illustrando la figura dell’Apostolo Giuda Taddeo, al quale è stata attribuita la paternità di una lettera del Nuovo Testamento, il Papa ha notato che in questo scritto si usa un linguaggio polemico al quale non siamo forse più abituati, tuttavia – ha proseguito – questo stile ci fa presente un elemento importante: cioè che in mezzo a tutte le correnti della vita moderna, dobbiamo conservare l’identità della nostra fede. Certo – ha aggiunto il Pontefice – la via dell’indulgenza e del dialogo, che il Concilio Vaticano II ha felicemente intrapreso, va sicuramente proseguita con ferma costanza, ma questa via del dialogo – ha precisato – così necessaria, non deve far dimenticare il dovere di ripensare e di evidenziare sempre con altrettanta forza le linee maestre e irrinunciabili della nostra identità cristiana. D’altra parte – ha detto ancora Benedetto XVI – occorre rammentare che questa nostra identità richiede forza, chiarezza e coraggio davanti alle contraddizioni dell’epoca in cui viviamo.