Considerazioni sul tradimento di Giuda
DI ANDREA DRIGANI
Nell’udienza generale del 18 ottobre il Papa ha svolto, tra l’altro, alcune considerazioni sulla figura di Giuda Iscariota, colui che tradì Gesù. Il tradimento – ha ricordato Benedetto XVI – avvenne in due momenti: quando Giuda s’accordò coi nemici di Gesù per trenta denari e poi nell’esecuzione con il bacio dato al Maestro nel Getsemani. Il Pontefice ha osservato che Giuda Iscariota apparteneva al gruppo dei Dodici cioè di coloro che Gesù stesso aveva chiamato come stretti compagni e collaboratori. Rimane un mistero – ha aggiunto il Papa – la scelta di questa persona, tanto più che il Signore pronuncia un giudizio molto severo «Guai a colui dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito» (Mt 26,24).
Tra i possibili moventi che hanno portato l’Iscariota a tradire Gesù, Benedetto XVI rammenta la ben nota cupidigia di danaro e la delusione nel vedere che Gesù non inseriva nel suo programma la liberazione politico-militare della Palestina. In realtà – ha continuato il Pontefice – i testi evangelici insistono su un altro aspetto: «Il diavolo aveva messo in cuore a Giuda Iscariota, figlio di Simone, di tradirlo» (Gv 13,2). Il tradimento si spiega, dunque, in base alla responsabilità personale di Giuda, che cedette miseramente alla tentazione del Maligno. Gesù lo aveva trattato da amico, però nei suoi inviti a seguirlo sulla via delle beatitudini, non forzava le volontà né le premuniva dalle insidie di Satana, rispettando la libertà umana. In effetti – ha affermato Benedetto XVI – le possibilità di perversione del cuore umano sono davvero molte, l’unico modo di ovviare ad esse consiste nel rifiutare una visione individualistica ed autonoma e mettersi sempre di nuovo dalla parte di Gesù, assumendo il suo punto di vista. Giuda si pentì, ma il suo pentimento degenerò in disperazione e così divenne autodistruzione. Il Papa ha invitato a tener presente due cose: Gesù rispetta la nostra libertà ed aspetta la nostra disponibilità al pentimento ed alla conversione, poiché Egli è ricco di misericordia e di perdono.
Nel suo misterioso piano di salvezza, Dio assume il gesto inescusabile di Giuda come occasione del dono totale del Figlio per la redenzione del mondo. Anche se nella Chiesa – ha concluso il Pontefice – non mancano cristiani indegni e traditori, spetta a ciascuno di noi controbilanciare il male da essi compiuto con la nostra limpida testimonianza a Gesù Cristo, nostro Signore e Salvatore.