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TERREMOTO IN ALGERIA: SALE ANCORA IL NUMERO DELLE VITTIME

Non è ancora possibile conoscere con esattezza il bilancio delle vittime del terremoto in Algeria, ma è stato certamente un sisma terrificante, in un’area peraltro geologicamente instabile qual è appunto il Maghreb. Il bilancio provvisorio dei morti è salito a 1092, stando a quanto riferito in serata di giovedì 22 maggio dalla televisione di Stato, mentre i feriti risultano 6782. Secondo le testimonianze dei sopravvissuti, la scossa sismica è apparsa interminabile: la terra ha tremato ininterrottamente per cinque minuti, a partire dalle 19:45 ora locale, provocando lutti, immani distruzioni e diffondendo un panico incontenibile tra la sventurata popolazione civile che è stata costretta a passare la notte all’addiaccio. Intanto, uno sciame sismico di oltre duecento scosse minori ritmava il tempo dalla prima terrificante manifestazione tellurica.

La pietosa opera dei soccorritori è scattata prima in maniera disordinata e poi, appena è stato possibile, le ricerche sono state coordinate con più lucidità, nonostante le esigenze degli operatori umanitari siano tuttora di gran lunga superiori alla logistica messa a punto dal governo. Le ruspe scarseggiano, come anche le autoambulanze sono costrette a fare la spola tra le rovine degli edifici e i presidi sanitari, alcuni dei quali danneggiati dal terremoto. Sono numerosi i cadaveri sepolti dalle macerie, anche se tra i cumuli di rovine ogni tanto affiorano lamenti e invocazioni d’aiuto che danno tuttora la forza a chi scava tra polvere e calcinacci di continuare oltre ogni limite.

Stando a quanto riferito dalle autorità algerine, l’epicentro del sisma è stato individuato a Thenia, non lontano da Boumerdes (una cinquantina di chilometri ad est della capitale Algeri) e da lì il terremoto ha diffuso il suo devastante movimento in un raggio di oltre un centinaio di chilometri. La magnitudo è stata valutata a oltre 6 gradi della scala Richter in Italia, a 6,7 dal centro di informazione sui terremoti statunitense e a 5,2 gradi dal centro di ricerca algerino di astronomia e astrofisica. Per avere un’idea dell’entità del terremoto, basti pensare che è stato avvertito anche nelle isole del Mediterraneo, sulla Costa Brava (Spagna) e sul litorale ligure (Italia). Le località più colpite sono quelle della provincia algerina di Boumerdes, con 624 morti, e in particolare le città di Rouiba e di Baghlia, dove è crollato addirittura un ospedale. Ma anche nel distretto della capitale, secondo un bilancio provvisorio, i morti andrebbero ben al di là delle cinquecento unità, mentre i feriti sarebbero oltre duemila.

Ad Algeri sono crollati vecchi edifici nei quartieri popolari di Bab el Oued e di Belcourt, sebbene numerosi danni siano stati segnalati anche in altri settori della città. La gente ha ancora paura a tornare nelle proprie abitazioni e molte famiglie hanno lasciato la capitale per raggiungere parenti e amici nelle zone rurali considerate più sicure. Vittime e distruzione si sono dovute registrare anche a Bordj Menaiel, a Dellys, a Khemis el Khechna, a Issers, a Thenia, a Naciria e fino a Tizi Ouzou, in Cabilia, a circa 110 chilometri ad est di Algeri. Pressanti gli appelli a medici e donatori di sangue ad accorrere negli ospedali, in particolare in quelli di Boumerdes, di Algeri e delle zone limitrofe, sommersi da un numero spropositato di ricoveri.

Intanto è scattata la solidarietà internazionale, con l’ex potenza coloniale, la Francia, in testa alla corsa per garantire il soccorso ai sopravvissuti. Va ricordato che l’Algeria è già stata devasta nel passato da numerosi fenomeni tellurici, ciò nonostante le strutture antisismiche sono pressoché inesistenti. Il 22 dicembre 1999, 28 morti e 175 feriti furono il bilancio di un terremoto nella zona nordoccidentale di Ain Temouchent. Il 18 agosto 1994, una scossa nella regione occidentale di Mascara provocò 172 morti e 288 feriti. Il 29 ottobre 1989, vi furono trenta morti, più di quattrocento feriti e cinquantamila senzatetto nella regione di Tipaza. Il 10 ottobre 1980, 3mila persone persero la vita e 8mila rimasero feriti ad El Asnan, una città rasa al suolo da un terremoto di magnitudo 7,5 Richter. Già devastata nel 1954, quando si chiamava Orleansville, da un sisma che aveva provocato 1.400 morti, 14mila feriti e 300mila sfollati, la città fu ricostruita su un altro sito e chiamata Chlef, dal nome del fiume locale. Appresa la notizia della terribile sciagura Giovanni Paolo II ha espresso ieri il suo profondo cordoglio in un telegramma, a firma del cardinale Angelo Sodano, segretario di Stato, indirizzato alle autorità e alle famiglie delle vittime per tramite del nunzio apostolico, arcivescovo Augustine Kasujja.Sir