Sant’Agostino, la sintesi tra fede e ragione
DI ANDREA DRIGANI
All’udienza generale di mercoledì 30 gennaio Papa Benedetto XVI è ritornato sulla grande figura di Sant’Agostino, ricordando, tra l’altro che il suo predecessore Giovanni Paolo II gli aveva dedicato, nel 1986 per il sedicesimo centenario della sua conversione, un lungo e denso documento: la Lettera Apostolica «Augustinum Hipponensem». Riguardo appunto alla conversione, Papa Ratzinger ha rammentato che, dopo quell’evento, Agostino aveva scritto che fede e ragione sono le due forze che ci portano a conoscere. A questo proposito – ha continuato il Pontefice – rimangono giustamente celebri le due formule agostiniane che esprimono questo coerente rapporto tra fede e ragione: «crede ut intelligas» («credi per comprendere«) il credere, infatti, apre la strada per varcare la porta della verità, ma anche, e inseparabilmente, «intellige ut credas» («comprendi per credere»), scruta la verità per trovare Dio e credere. Le due affermazioni di Agostino – ha aggiunto Benedetto XVI – esprimono con efficace immediatezza e con altrettanta profondità la sintesi di questo problema, nella quale la Chiesa cattolica vede espresso il suo itinerario.
Storicamente – ha osservato il Papa – questa sintesi va formandosi, prima ancora della venuta di Cristo, nell’incontro tra fede ebraica e pensiero greco nel giudaismo ellenistico, poi è stata ripresa e sviluppata da molti pensatori cristiani. L’armonia tra fede e ragione – ha continuato il Pontefice – significa soprattutto che Dio non è lontano dalla nostra vita, ma è vicino ad ogni essere umano, vicino al nostro cuore e alla nostra intelligenza, se realmente ci mettiamo in cammino. Proprio questa vicinanza con Dio – ha proseguito Benedetto XVI – fu avvertita con straordinaria intensità da Agostino; la presenza di Dio nell’uomo è profonda e nello stesso tempo misteriosa, ma può essere riconosciuta e scoperta nel proprio intimo. Allora la lontananza da Dio equivale alla lontananza da se stessi. Benedetto XVI, come già Giovanni Paolo II, si è chiesto che cosa Sant’Agostino abbia da dire agli uomini d’oggi ed ha risposto con le parole che lo stesso Santo affidò ad una lettera dettata poco dopo la conversione: «A me sembra che si debbano ricondurre gli uomini alla speranza di trovare la verità». Agostino – ha concluso il Papa – ha incontrato Dio al punto di cambiare la sua vita, come cambia quella di quanti, donne e uomini, in ogni tempo hanno la grazia di incontrarlo.