La Chiesa guarda ai giovani
DI ANDREA DRIGANI
Domenica 7 luglio, prima della recita dell’Angelus, Papa Benedetto XVI, dopo aver rivolto un appello ai Capi di Stato e di Governo dei Paesi membri del G8, affinché al centro delle loro deliberazioni mettano i bisogni delle popolazioni più deboli e più povere, la cui vulnerabilità è accresciuta a causa delle speculazioni e delle turbolenze finanziarie e dei loro effetti perversi sui prezzi degli alimenti e dell’energia, ha voluto presentare il senso ed il significato della XXIII Giornata Mondiale della Gioventù che si tiene a Sydney nel sud-est dell’Australia. Nei mesi scorsi – ha ricordato il Pontefice – la «Croce dei giovani» ha attraversato tutta l’Oceania e a Sydney ancora una volta sarà il segno silenzioso del patto di alleanza tra il Signore Gesù Cristo e le nuove generazioni. Invito tutta la Chiesa – ha detto il Papa – a sentirsi partecipe di questa nuova tappa del grande pellegrinaggio giovanile attraverso il mondo iniziato nel 1985 dal Servo di Dio Giovanni Paolo II.
La prossima Giornata Mondiale della Gioventù – ha continuato – si preannuncia come una rinnovata Pentecoste : in effetti già da un anno le comunità cristiane si preparano seguendo la traccia che ho indicato nel Messaggio sul tema : «Avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni» (At 1,8). È la promessa che Gesù fece ai sui discepoli dopo la resurrezione – ha detto Benedetto XVI – e che rimane sempre valida e attuale nella Chiesa: lo Spirito Santo, atteso e accolto nella preghiera, infonde nei credenti la capacità di essere testimoni di Gesù e del suo Vangelo. Soffiando nella vela della Chiesa – ha aggiunto il Pontefice – lo Spirito divino la spinge a «prendere il largo» sempre di nuovo, di generazione in generazione, per recare a tutti la buona notizia dell’amore di Dio, pienamente rivelato in Cristo Gesù, morto e risorto per noi. Sono certo – ha concluso il Papa – che da ogni angolo della terra i cattolici si uniranno a me ed ai giovani raccolti, come in un Cenacolo, a Sydney invocando incessantemente lo Spirito Santo, affinché inondi i cuori di luce interiore, di amore per Dio e per i fratelli, di coraggiosa iniziativa nell’introdurre l’eterno messaggio di Gesù nella varietà delle lingue e delle culture.