La morte vista alla luce della Rivelazione
DI ANDREA DRIGANI
Domenica 2 novembre, prima della preghiera dell’Angelus, Papa Benedetto XVI ha affermato che è molto importante che noi cristiani viviamo il rapporto con i defunti nella verità della fede, e guardiamo alla morte e all’aldilà nella luce della Rivelazione. Per questo è necessario, anche oggi, evangelizzare la realtà della morte e della vita eterna, realtà particolarmente soggette a credenze superstiziose e a sincretismi, perché la dottrina cristiana non rischi di mischiarsi con mitologie di vario genere. L’apostolo San Paolo scriveva: «Se infatti crediamo che Gesù è morto e risorto, così anche Dio, per mezzo di Gesù, radunerà con lui coloro che sono morti» (I Ts 4,13-14). Come già osservava Sant’Agostino – ha proseguito il Pontefice – tutti vogliamo la «vita beata» cioè la felicità. Non sappiamo bene che cosa sia e come sia, ma ci sentiamo attratti verso di essa. L’espressione «vita eterna» vorrebbe dare un nome a questa attesa insopprimibile: non una successione senza fine, ma l’immergersi nell’oceano dell’infinito amore, nel quale il tempo, il prima e il dopo non esistono più. Rinnoviamo – ha continuato il Papa – la speranza della vita eterna fondata realmente nella morte e risurrezione di Cristo. «Sono risorto e ora sono sempre con te», ci dice il Signore e la mia mano ti sorregge. Ovunque tu possa cadere, cadrai nelle mie mani e sarò presente persino alla porta della morte, dove nessuno può accompagnarti e dove tu non porterai niente, là io ti aspetto per trasformare per te le tenebre in luce. La speranza cristiana – ha aggiunto Benedetto XVI – non è però soltanto individuale, è sempre anche speranza per gli altri. Le nostre esistenze sono profondamente legate le une alle altre ed il bene ed il male che ciascuno compie tocca sempre anche gli altri. Così la preghiera di un’anima pellegrina nel mondo – ha detto ancora il Pontefice – può aiutare un’altra anima che si sta purificando dopo la morte. Ecco perché oggi la Chiesa ci invita a pregare per i nostri cari defunti e a sostare presso le loro tombe nei cimiteri. Maria, stella della speranza, – ha concluso il Papa – renda più forte ed autentica la nostra fede nella vita eterna e sostenga il nostro suffragio per tutti i fedeli defunti.