Cosa fare per favorire la partecipazione dei bambini alla Messa domenicale?
Sono una nonna, mio nipote farà fra poco la Prima Comunione. È una cosa che mi emoziona anche se penso che difficilmente resterà fedele all’appuntamento domenicale con l’Eucaristia. Oggi è difficile portare i bambini alla Messa, presi come sono da mille impegni (sport, gite…) ma è anche verò che la Messa li coinvolge poco. Se poi parlano o fanno rumore, vengono rimproverati: è giusto, ma il risultato è che la domenica dopo avranno ancora meno voglia di andarci. Come si può fare?
Marta Cenni
Si potrebbe dire che è il problema di sempre e che sarà un problema per sempre, nel senso che non esistono soluzioni immediate ed universali per risolvere efficacemente questa difficoltà.
Facilitare la partecipazione alla celebrazione eucaristica, di grandi e bambini, è un’esigenza avvertita con intensità dalla comunità ecclesiale, che già nel documento del Concilio Vaticano II sulla riforma liturgica (Sacrosanctum Concilium, datato 4.12.1963) chiedeva di incrementare e migliorare il nostro modo di celebrare l’Eucaristia. E anche oggi, l’Ordinamento Generale del Messale Romano, approvato il 25.01.2004, chiede che – durante la Messa – si abbia «la massima cura nello scegliere e nel disporre quelle forme e quegli elementi che la Chiesa propone, e che, considerate le circostanze di persone e di luoghi, possono favorire più intensamente la partecipazione attiva e piena, e rispondere più adeguatamente al bene spirituale dei fedeli» (n° 20).
Il coinvolgimento dei bambini e dei ragazzi alla celebrazione eucaristica domenicale è stato subito dopo il Concilio al centro dell’attenzione dei nostri Pastori, i quali, nel primo Sinodo dei Vescovi tenuto a Roma nel 1967, chiesero di studiare approfonditamente la questione per proporre alcune soluzioni concrete. Pochi anni dopo, il 1 novembre 1973, la Congregazione per il Culto Divino ha pubblicato il «Direttorio per le Messe dei fanciulli» contenente delle indicazioni e delle proposte concrete per cercare di affrontare la partecipazione dei bambini alla liturgia eucaristica.
Il primo capitolo, intitolato «Come guidare i fanciulli verso la celebrazione eucaristica», richiama all’importanza dell’educazione cristiana che deve andare di pari passo con la maturazione e lo sviluppo umano dei ragazzi. Massima importanza ha la dimensione cristiana della famiglia: «In forza dell’impegno consapevolmente e liberamente assunto nel Battesimo dei loro bambini, i genitori hanno il dovere di insegnare loro gradualmente a pregare, pregando essi stessi ogni giorno con loro e indirizzandoli a dire personalmente le loro preghiere. Se poi i fanciulli così preparati fin dai teneri anni, avranno modo di partecipare liberamente con i loro familiari alla Messa, cominceranno a cantare e a pregare nella comunità liturgica e potranno giungere ad una sia pur vaga percezione del mistero eucaristico».
Accanto ai genitori svolgono (dovrebbero svolgere!) il loro ministero di aiuto all’educazione cristiana – continua il Direttorio – il padrino e la madrina del battesimo, i catechisti, i formatori, gli educatori, il sacerdote e la comunità cristiana stessa.
Il secondo capitolo, «Messe per gli adulti, presenti anche i fanciulli», indica per le celebrazioni domenicali e festive, alcuni accorgimenti per favorire la partecipazione dei ragazzi:1- la monizione iniziale del sacerdote, subito dopo il segno di croce ed il saluto liturgico, che vuole introdurre i presenti al tema celebrativo, da farsi, per coinvolgere anche i più piccoli, usando termini ed immagini che più si avvicinano al loro mondo; 2- così anche l’omelia «sia rivolta ad essi» sapendo che quanto riesce a far capire i ragazzi, spesso aiuta anche i grandi; 3- proporgli alcuni servizi e ministeri: fare il chierichetto, preparare prima ciò che serve alla celebrazione, coinvolgerli con dei canti adatti, portare i doni dell’offertorio all’altare, chiedergli di raccogliere le offerte tra i fedeli
Il terzo capitolo si sofferma sulle «Messe per i fanciulli con la partecipazione di alcuni adulti» proponendo delle celebrazioni nei giorni feriali appositamente pensate per i ragazzi (e qui vengono anche proposte «ad experimentum» tre preghiere eucaristiche, intercalate da acclamazioni frequenti, ed altre orazioni e preghiere liturgiche modulate con termini ed espressioni più vicine alla realtà dei fanciulli) che possano essere propedeutiche e preparative all’eucaristia domenicale.
Detto questo il problema rimane, sapendo che spesso saper coinvolgere i più piccoli alla realtà cristiana della fede e alla sua celebrazione nel mistero eucaristico è un dono legato al carattere e alla sensibilità personale, sia del sacerdote che presiede la celebrazione, sia dei genitori nel loro ruolo educativo e formativo della famiglia, anche se di sicuro, TUTTI possiamo-dobbiamo imparare a migliorare il nostro modo di vivere e celebrare la fede in prima persona per poi testimoniarla e trasmetterla agli altri. E spesso – durante la liturgia eucaristica – anche un sano equilibrio tra silenzio/rispetto/educazione dei piccoli (e dei loro genitori) e pazienza (del sacerdote) deve essere cercato e realizzato da entrambe le parti!