Se si elimina Dio non c’è più il senso del peccato
DI ANDREA DRIGANI
Domenica 13 marzo, prima della recita dell’Angelus, Papa Benedetto XVI ha osservato che il tempo quaresimale è, in sostanza, un itinerario per seguire Gesù che si dirige decisamente verso la Croce, culmine della missione di salvezza. Se ci domandiamo – ha detto ancora il Pontefice – perché la Quaresima? Perché la Croce? La risposta, in termini radicali, è questa: perché esiste il male, anzi il peccato, che secondo le Scritture è la causa profonda di ogni male. Ma quest’affermazione – ha aggiunto Benedetto XVI – non è affatto scontata , e la stessa parola «peccato» da molti non è accettata, perché presuppone una visione religiosa del mondo e dell’uomo.
In effetti, è vero: se si elimina Dio dall’orizzonte del mondo, non si può parlare di peccato. Come quando si nasconde il sole, spariscono le ombre; l’ombra appare solo se c’è il sole; così l’eclissi di Dio comporta necessariamente l’eclissi del peccato. Perciò il senso del peccato, che è cosa diversa dal senso di colpa come lo intende la psicologia, si acquista riscoprendo il senso di Dio. Dio non tollera il male, perché è Amore, Giustizia, Fedeltà e proprio per questo non vuole la morte del peccatore, ma che si converta e viva. Per salvare il genere umano Dio interviene per liberare i suoi figli dalla schiavitù e condurli alla libertà. E la schiavitù per grave e più profonda – ha proseguito il Pontefice – è proprio quella del peccato.
Per questo Dio ha mandato il suo Figlio nel mondo: per liberare gli uomini dal dominio di Satana; lo ha mandato nella nostra carne mortale perché diventasse vittima di espiazione, morendo per noi sulla croce. Contro questo piano di salvezza, definitivo e universale, il Diavolo si è opposto con tutte le sue forze, come dimostra il Vangelo delle tentazioni di Gesù nel deserto. Entrare nella Quaresima – ha concluso – significa schierarsi con Cristo contro il peccato, affrontare, sia come singoli, sia come Chiesa, il combattimento spirituale contro il male.