Dossier
Servizio civile, istruzione per l’uso
Fino alla fine del servizio militare obbligatorio (prevista dalla legge per il 1° gennaio 2007 ma che probabilmente verrà anticipata al 1° gennaio 2005) coesistono due normative diverse di «servizio civile»: l’obiezione di coscienza (riformata dalla legge 230 del 1998), che può essere scelta al posto del servizio militare armato e il nuovo servizio civile volontario (istituito dalla legge 64 del 2001) al quale possono accedere, tramite domanda, tutte le giovani e quanti non sono risultati idonei alla leva. Con l’abolizione della naja, rimarrà in vigore solo quello «volontario» al quale potranno accedere, a quale punto, indistintamente, tanto i giovani che le giovani.
In Toscana anche la Regione ha varato un progetto sperimentale che prevede l’inserimento di 40 giovani per un anno nella fila della Protezione civile (20 volontari e 20 obiettori di coscienza). Il porgetto, primo in Italia, è il frutto di un protocollo d’intesa con l’Ufficio nazionale servizio civile e il Dipartimento di protezione civile presso la presidenza del Consiglio.
In oltre venti anni, circa 2 mila ragazze, accogliendo la proposta della Caritas, hanno svolto un anno di servizio civile in programmi caratterizzati da: formazione alla pace, nonviolenza, solidarietà, gratuità; condivisione dell’esperienza in piccole comunità; confronto sulla dimensione valoriale e spirituale; ascolto e accompagnamento di persone in difficoltà, in una prospettiva di liberazione dall’emarginazione e quindi di promozione umana.
La proposta, rispettosa delle personali idee e convinzioni, è aperta a tutte le ragazze, non si contraddistingue dal punto di vista confessionale pur nella caratterizzazione ecclesiale della Caritas e pone come unica condizione l’adesione al progetto.
La formazione proposta durante il servizio civile rappresenta l’aspetto qualificante del progetto. Essa risponde ai bisogni della persona nella sua completezza e come tale non si esaurisce nella pur importante trasmissione di conoscenze, ma si traduce in un accompagnamento personale e di gruppo, affrontando la dimensione emotiva, le dinamiche interpersonali, le relazioni sociali e l’inserimento in un’organizzazione.
Il rapporto fra ragazza in servizio civile e Caritas viene definito nel «contratto di servizio civile» e relativo «piano d’impiego individuale», traducendo così il rispetto dei percorsi individuali e delle esigenze delle aderenti in precisi diritti/doveri reciproci e corrispondenti responsabilità.
Il progetto prevede la possibilità di svolgere periodi di servizio civile all’estero all’interno di programmi finalizzati al confronto/scambio con analoghe esperienze significative, per modalità di realizzazione di interventi, acquisizione di nuove conoscenze o informazioni; oppure ancora per completare percorsi formativi o per approfondimenti specifici. Analogamente è possibile svolgere periodi di servizio in sedi diverse da quella di assegnazione.
Alle Caritas diocesane singolarmente, o con altre diocesi o a livello regionale viene richiesta la sottoscrizione del progetto da parte dei vescovi, dei direttori delle Caritas diocesane, dei responsabili della pastorale giovanile e dei responsabili del servizio civile e la definizione del «Progetto operativo diocesano» rinnovabile annualmente.
Vengono privilegiate le Caritas con personale qualificato, ossia dotate di responsabili del servizio civile che abbiano ricevuto attestazione da Caritas italiana per percorsi formativi completati e/o curriculum vitae.
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