Dossier
In rete gli Osservatori diocesani
Le Caritas diocesane della Toscana, in linea con le indicazioni di Caritas Italiana e avvalendosi del supporto formativo e tecnico della stessa, si sono attivate per costituire gli Osservatori diocesani dei bisogni, delle povertà e delle risorse.
L’attivazione dell’OSSERVATORIO in ciascuna Diocesi risponde all’esigenza di raccogliere e leggere la grande quantità di dati sui bisogni e le povertà del territorio che le Caritas hanno acquisito, in forza di una capillare presenza e attenzione che ha dato vita a una fitta rete di risposte attraverso i Centri di Ascolto nonché numerosi e vari servizi di prima accoglienza (mense, dormitori, ambulatori, segretariati sociali ecc.) predisposti da diocesi, parrocchie, volontariato di base.
La prima fatica che le Caritas hanno dovuto affrontare che è stata la prima partita vinta, su cui sono state poste le basi per lo sviluppo dell’intero progetto è stata l’elaborazione di una scheda di rilevazione dato omogenea, adottata da tutti i Centri di ascolto diocesani; si è trattato di un lavoro di persuasione e in definitiva di condivisione, che ha consentito di superare modalità di approccio molto diverse con le persone e il loro casi. La scheda unificata si articola in quattro parti: anagrafica, problematiche, richieste/risposte, quadro storico; il software predisposto ha rispettato puntualmente le esigenze dei rilevatori ed è stato con gli stessi verificato. Peraltro, la verifica prosegue in corso d’opera.
Ai fini della valutazione dell’utilità di questo servizio nei confronti delle istituzioni pubbliche (e in definitiva il senso del riconoscimento del progetto in un programma di interesse regionale) è da tener presente che sia l’ascolto e la prima accoglienza, sia molti degli interventi susseguenti (volti all’accompagnamento e all’inclusione sociale delle persone in difficoltà) sono occasione di intensa sinergia con i servizi sociali del territorio (Comuni e Aziende USL) nonché con la rete dei servizi del terzo settore (cooperative, patronati, istituti religiosi ecc.).
Gli incaricati diocesani hanno avuto modo di approfondire le strategie e le motivazioni del progetto, che attengono il significato sia ecclesiale e pastorale, sia sociale e civile. La cosa non è rimasta sul piano dei principi, ma ha prodotto un percorso progressivo attraverso l’elaborazione della scheda di rilevamento dei bisogni, la comprensione della valenza ecclesiale e civile dell’osservazione delle povertà e quindi la consapevolezza critica e propositiva in merito alle scelte delle politiche sociali regionali e territoriali.
Questo tipo di percorso è venuto a trovarsi in sintonia con l’impegno della Regione Toscana, che in particolare attraverso il PISR 2002/2004 (par. 4.12) prevede il potenziamento del sistema informativo basato sull’Osservatorio Sociale Regionale e gli Osservatori Provinciali. In alcuni territori sono già in atto forme di concertazione e dialogo con le istituzioni su questa materia; è il caso del protocollo d’intesa stipulato tra le Caritas diocesane di Pisa, San Miniato e Volterra e la Provincia di Pisa (sulla quale le tre Diocesi insistono) per la conoscenza dei bisogni del territorio e l’inserimento dei soggetti svantaggiati attraverso la formazione professionale.
Le considerazioni di cui sopra hanno portato a formulare l’ipotesi di una forma di co-finanziamento tra le Caritas e la Regione Toscana, che avesse come punto d’arrivo l’attivazione del programma informatico presso tutte le 17 Caritas diocesane, la messa in rete del medesimo, la sistematizzazione e lettura dei dati e infine la loro utilizzazione e divulgazione.
Bisogna peraltro precisare che la disponibilità delle Caritas a mettere i dati rilevati e opportunamente elaborati a disposizione delle istituzioni regionali e territoriali (Conferenze dei Comuni, Osservatori provinciali) si svilupperà parallelamente all’azione di tipo pedagogico e pastorale tipica delle Caritas volta a informare e responsabilizzare le realtà diocesane, parrocchiali, associative ecc. per quanto riguarda l’attenzione preferenziale alle fasce e soggetti deboli. In altre parole: non si vuol separare l’adempimento del dettato evangelico sulla carità dall’impegno per la giustizia, attraverso l’esercizio dei diritti e doveri da parte di ciascuna persona.
Il lavoro di messa in rete potrà servire anche a valorizzare tutta una serie di servizi che di fatto sono già una notevole banca dati; riuscire a organizzarli e armonizzarli andrà in primo luogo a beneficio dei destinatari dei servizi medesimi. In questo senso si parla di osservare non solo i bisogni e le povertà, ma anche le risorse.
2. La sede regionale sarà messa a disposizione dalla Conferenza Episcopale Toscana, con il supporto strumentale e di segreteria della medesima contributo per il costo delle utenze
3. La partecipazione ai momenti di formazione dei rispettivi operatori è un impegno assunto delle singole Caritas diocesane
4. Per la divulgazione dei dati (in forme opportunamente concordate) si pensa di avvalersi del portale del settimanale cattolico regionale TOSCANAoggi; come pure di diffondere un supplemento al suddetto settimanale e altre pubblicazioni curate dalle singole Diocesi
5.Consulenze: il progetto si avvarrà di docenti universitari e di altri esperti che già svolgono un servizio di consulenza presso le Caritas della Toscana e l’Osservatorio Giuridico-legislativo della CET