Dossier

Presepio, i consigli dell’esperto

Alberto Finizio è membro dell’Associazione italiana Amici del Presepio e della rivista «Il Presepio». A lui abbiamo chiesto di svelarci i segreti per allestire sia in casa che in parrocchia un presepio «a regola d’arte».

di Alberto FinizioDa dove comincio? Mi sento spesso chiedere. Ricomincio da tre, rispondo, ovvero dai tre punti fermi da cui dovremo necessariamente muovere per costruire il nostro Presepio: le tre sole certezze di cui disponiamo in partenza: lo spazio a disposizione, le statue in nostro possesso, lo stile del Presepio. Lo spazioPer prima cosa, dunque, dovremo conoscerne esattamente le misure: larghezza, profondità ed altezza. Per i Presepi «casalinghi», sceglieremo un posto che sia centrale e vitale nella casa, senza relegare la costruzione in un angolo seminascosto e poco frequentato. Dalla localizzazione e dall’ambiente circostante, può dipendere la scelta, a volte obbligata, tra Presepio a cielo aperto o diorama.Limiteremo dunque lo spazio disponibile e realizzeremo il piano su cui dovrà posare la costruzione, che sarà posto a un’altezza tale per cui le figure in primo piano verranno ad avere la testa in corrispondenza dei nostri occhi (calcolando l’altezza media, circa 150 centimetri). Pertanto, se avremo statue alte 20 cm., il piano sarà a 130 cm. da terra; con statue di 10 cm., il piano sarà a 140 cm. da terra e così via. Può essere utile realizzare una stretta pedana, posta a terra davanti all’imboccatura del Presepio, per consentire una visione più agevole ai bambini ed ai… meno alti. Le statuePossono prospettarsi tre possibilità:possiamo procurarci tutte le statue che ci servono, nei costumi e negli atteggiamenti che vogliamo;dobbiamo accontentarci di quello che troviamo in commercio, accessibile alle nostre tasche;abbiamo già le statue.

Nel primo caso avremo ampia libertà di azione nel progettare il Presepio; negli altri saremo fortemente condizionati. Ma quel che conta, in tutte e tre le eventualità, è che le statue siano davanti a noi prima ancora di iniziare a lavorare. Da esse infatti dipendono le proporzioni del Presepio, l’architettura, lo stile.

Tutte le costruzioni dovranno essere proporzionate alla misura delle statue e al loro numero. Se disponiamo di statue di un’unica misura, progetteremo un interno, o comunque lo collocheremo solo nel primo piano.

Non occorrono tantissimi pezzi: l’eccessivo affollamento non giova alla rappresentazione e non è necessario inserire ad ogni costo nella scenografia tutte le statue che possediamo.L’ideale sarebbe ovviamente possedere statue di varie misure, così da poterle collocare nei vari piani, badando comunque a non posizionarle mai sul fondo del paesaggio, dove sarebbero comunque irreali.

Badiamo che tutti i pezzi utilizzati siano coerenti per i costumi (evitando improbabili commistioni tra zampognari molisani e pastorelli palestinesi) e, in base ad essi decideremo.

Lo stileTutti i Presepi possono, in linea di massima, essere ricondotti a due grandi categorie: «storici» e «popolari». Nel primo caso, intendiamo il Presepio di ambiente palestinese (comunemente ed impropriamente detto «orientale», che cerca di riprodurre, per quanto possibile, la realtà in cui nacque Gesù.

Il Presepio «popolare», invece, si caratterizza per la massima libertà di localizzazione, storica e geografica, dell’Evento. Avremo così, nei vari Paesi, ambientazioni napoletane, romane, catalane, provenzali e così via, ma anche medievali, settecentesche o… siderali.

Vale anche per l’ambientazione lo stesso discorso fatto per le statue, cioè un’uniformità di caratteristiche architettoniche nell’ambito dello stesso Presepio, nel quale collocheremo evidentemente le statue con i costumi adatti (unica deroga ammessa è la costanza dell’abbigliamento tradizionale palestinese per la Sacra Famiglia ed i Magi, anche nei Presepi popolari).

A cielo aperto o dioramaAltra scelta da operare a priori, optando per l’una o l’altra soluzione, è quella tra il «cielo aperto» o il «diorama».

Per «diorama» si intende una riproduzione tridimensionale, in prospettiva, di una scena reale corrispondente a quanto lo sguardo può abbracciare da un dato punto. È, in piccolo, quanto si realizza in teatro, cioè un apparato scenico chiuso sul fondo e sui lati e visibile quindi soltanto da un lato. Si presuppone quindi un cassone che contiene la scenografia visibile solo da una «finestra» posta sul davanti. Le dimensioni di questa apertura potranno variare ma saranno comunque molto inferiori a quelle della parete in cui essa è inserita; di norma, la cosiddetta «boccascena» ha una misura di circa un terzo della larghezza del Presepio. Questo al fine di limitare il campo visivo dell’osservatore e favorire così la realizzazione di effetti prospettici, che presuppongono un unico punto di visuale.

Sempre a questo fine, l’apertura, all’interno del Presepio, sarà ulteriormente ridotta posizionando ai suoi lati pareti in muratura o rocce.

Per comodità di lavoro, costruiremo la scenografia fuori dalla cassa, inserendola nella sua sede definitiva solo a lavoro ultimato. È però importante che sin dall’inizio siano indicate le dimensioni e la posizione della boccascena.Il «diorama» è certamente la soluzione che garantisce i migliori effetti di prospettiva, profondità e illuminazione, ma a volte può essere necessario realizzare il proprio Presepio «a cielo aperto», cioè chiuso solo sulla parete di fondo, o addirittura visibile sui quattro lati. Anche con questa seconda soluzione, tuttavia, si possono ottenere risultati pregevoli, avendo magari l’accortezza di non cercare effetti di profondità e prospettiva, ma concependo il Presepio su un unico piano prospettico, con una illuminazione fissa, essenzialmente interna alle costruzioni. E l’idea diventa bozzettoNel momento in cui ci si accinge a costruire un Presepio, ognuno di noi avrà naturalmente in mente un’idea, più o meno elaborata e dettagliata, che potrà essere originale o ispirata, in misura maggiore o minore, ad un Presepio già esistente o ad un paesaggio reale, visti dal vivo o in fotografia. Il disegnoQualunque sia e comunque sia nata l’idea di partenza, è sempre opportuno, prima di iniziare a lavorare, fissarla sulla carta, trasformarla cioè in un disegno, sia pure di massima, che ci consentirà di evidenziare eventuali problemi e apportore le opportune modifiche.

Nell’ideare un Presepio sarà bene mettere in pratica alcuni suggerimenti di base che garantiscano un risultato migliore. Mi riferisco, ad esempio, ai piani sfalsati, cioè una disposizione di vari elementi che compongono il Presepio ad altezze diverse, e non su un unico piano, in modo così da conferire movimento e veridicità all’insieme, che altrimenti risulterebbe troppo piatto e amorfo.

Altro accorgimento è quello di «incorniciare» l’apertura (boccascena) del Presepio con degli elementi (alberi, quinte) che hanno il duplice scopo di limitare e restringere il campo visivo, facendo convergere lo sguardo dell’osservatore verso il centro della rappresentazione, nonché di dare un’impressione di maggiore profondità.Una volta abbozzato il disegno, è opportuno ricavarne una più o meno sommaria planimetria. Già in questa fase, bisogna prevedere, per i Presepi di grandi dimensioni, un piano di base opportunamente interrotto, cioè con uno o più «camminamenti» che consentano di «entrare» nel Presepio, sia in fase di costruzione che in seguito, per eventuali interventi di manutenzione e ritocco. Il bozzettoA questo punto passeremo dal disegno al bozzetto, cioè in pratica alla realizzazione in carta o cartoncino dei vari elementi che comporranno il Presepio, così da avere subito l’immagine tridimensionale di quello che sarà il risultato finale del nostro lavoro. Sarà sufficiente realizzare solo le sagome dei vari elementi, senza curarsi dei dettagli, ma badando esclusivamente alle masse ed ai contorni. La scomposizione in pianiPer realizzare il bozzetto, dovremo scomporre il disegno di partenza nei vari piani che lo compongono. Ogni paesaggio infatti è costituito da piani successivi, che vanno gradualmente allontanandosi dall’occhio dell’osservatore. In linea di massima, per ogni Presepio potremmo «isolare» due o tre piani: il primo piano, più ampio e più dettagliato, con le costruzioni di maggiori dimensioni; il secondo e gli eventuali piani successivi, sempre meno ampi e meno dettagliati, anche se all’osservatore dovranno dare l’impressione di essere più vasti del primo piano.

Nella costruzione del Presepio, inizieremo a lavorare il primo piano, per passare, una volta completatolo, al secondo e così via: questo per non correre il rischio di lavorare parti poi nascoste dai piani precedenti. Le parti più lontane del paesaggio (il profilo dei monti ad esempio) possono essere anche realizzate con semplici sagome dipinte e, in carenza di spazio o di tempo, si può ricorrere alle sagome dipinte anche per piani più vicini.

Adesso siamo finalmente in grado di portare mano alla costruzione, sicuri di affrontarla con le idee chiare e senza il rischio di trovarci davanti a spiacevoli sorprese.

Il sito presepio.it