Dossier
I 60 anni del Csi
Fonte di relazioni umane profonde, afferma il Papa. Eppure, Barni, oggi lo sport sembra essere soprattutto fonte di guadagni e di competizione sfrenata.
«Oggi lo sport si presenta con due facce opposte. Quella purtroppo che fa più notizia, dello sport ridotto a grande business, dello spettacolo a tutti i costi, degli sponsor, e dell’agonismo esasperato, e quella di uno sport che ancora resiste, fatto di passione, divertimento e relazioni umane. Questo è lo sport che persegue e promuove il Csi».
Ma come si fa a promuovere in una società che sembra prendere altre strade lo sport come lo intendete voi?
«Restando fedeli alla nostra concezione, ad uno sport che è sudore, che difficilmente è vittoria, che perlopiù è fatto di sconfitte. Ad uno sport che innanzitutto è competizione con sé stessi, e poi con gli altri, ma competizione sana. Noi siamo sempre più convinti nonostante il panorama desolante degli sport dei massimi livelli che lo sport ha grandi potenzialità valoriali. L’ispirazione cristiana, che qualifica la nostra identità, ci dà ulteriori responsabilità. Per promuovere questa concezione occorre puntare sempre di più sulla formazione, sui rapporti umani, sulle regole condivise, sul fair play. Questo è quello che il Csi cerca di fare, anche se non sempre ci riusciamo».
Quando non ci riesce?
«Quando soprattutto ci chiudiamo all’interno delle nostre associazioni, dei gruppi sportivi, dei comitati. Così, alla fine, si rischia di ripetersi anziché rinnovarsi. Nella nostra realtà associativa, che in tutta Italia conta ormai un milione di iscritti, di cui 850.000 atleti al di sotto dei 25 anni, non ci risultano problemi di doping, ma c’è la tentazione di scorciatoie organizzative e regolamentari, che contraddicono la nostra identità e danneggiano la nostra credibilità».
Accennava al doping: ormai è una piaga dello sport.
«Ci sono e non sono pochi atleti che si drogano ma è tutto un certo sport ad essere drogato, perché ormai ha perso i propri agganci con la realtà. Purtroppo da solo lo sport non ce la può fare ad uscire da questa spirale perversa, perché è la stessa società a drogare i giovani di contro-valori».
Come vede lo sport in Toscana?
Il Csi svolge una duplice missione: nella società e nella Chiesa. Come valuta il suo inserimento nelle comunità ecclesiali?
«Il rapporto tra il Csi e le comunità ecclesiali è senza dubbio l’aspetto più importante e nello stesso tempo controverso. Devo dire che superate le difficoltà degli ultimi anni, da qualche tempo si respira un nuovo clima: da parte dei Vescovi e delle parrocchie registriamo simpatia e disponibilità. In questo contesto abbiamo lanciato in tutta Italia il progetto del Circolo sportivo parrocchiale, come strumento di una nuova presenza sotto i campanili. In pratica ci poniamo l’obiettivo, secondo una formula rinnovata, di riaprire gli oratori e di ricostituire, al loro interno, gruppi polisportivi. In un anno in tutta Italia sono sorti 600 circoli, di cui circa 50 in Toscana. Certo, da parte del Csi, ci deve essere l’impegno ad una testimonianza di fede vissuta e ad una disponibilità fattiva nella pastorale. È significativo, inoltre, il cammino che abbiamo intrapreso più di recente con l’Azione cattolica, da cui siamo nati 60 anni fa. Saremo insieme a Loreto per il raduno con il Papa in programma il 5 settembre prossimo».
A presentare al Papa atleti e dirigenti del Csi era stato il cardinale Camillo Ruini per il quale «la storia di questa associazione affonda le sue radici nel cuore della Chiesa» e «testimonia concretamente la lungimiranza della Chiesa stessa nell’individuare nello sport uno spazio prezioso di educazione e formazione delle giovani generazioni, affascinate dalle imprese e dalle pratiche sportive».
1945 – Il Csi organizza la prima edizione dei Campionati studenteschi.
1946 – Nasce in ottobre, a Zurigo, anche ad opera del Csi, la Fédération internazionale catholique d’éducation phisique et sportive (Ficep).
1950 – Coni e Csi firmano una convenzione in cui: «Il Coni riconosce nel Centro sportivo italiano un Ente che ha il preciso obiettivo di svolgere attività propagandistica sportiva presso le masse giovanili».
1953 – Si tiene al Passo della Mendola il 1° Corso nazionale per dirigenti sportivi.
1954 – Il Csi sottoscrive una convenzione con l’Ente nazionale sordomuti, primo esempio di attenzione allo sport dei disabili.
1955 – Il Csi festeggia il 10° anniversario di fondazione raccogliendosi intorno al Pontefice Pio XII.
1960 – Il Csi promuove un Convegno nazionale su «Sport e Comune». Comincia una battaglia perché vi sia nel Paese una politica pubblica per lo sport.
1970 – Insieme ad Aics e Libertas il Csi forma «L’intesa degli Enti di propaganda sportiva».
1971 – A Pesaro, un Congresso straordinario sancisce l’unificazione tra il Csi e la Fari.
1974 – Il Csi è riconosciuto dal Coni quale Ente di promozione sportiva.
1976 – Viene elaborato l’itinerario «sportivo-educativo», proposta flessibile per uno sport a misura di ciascuno che accompagni l’individuo per tutta la vita.
1979 – Il Csi è riconosciuto dallo Stato italiano come Ente con finalità assistenziali.
1980 – Il Csi lancia la formula delle «Feste dello sport».
1984 – Il XIII Congresso si svolge all’insegna del motto «Associazione di promozione umana nello sport». Viene presentato il «Progetto associativo».
1986 – Viene lanciato «Giocasport», proposta di attività per i preadolescenti. Con «Correre Csi» viene inaugurata la formula delle Campagne nazionali di promozione sportiva.
1991 – Il XV Congresso nazionale innesca un forte processo di rinnovamento che si esprime anche nell’avviamento di una revisione dello Statuto.
1992 – Si svolge ad Assisi il convegno nazionale «Sport, società e nuova partecipazione».
1993 – In dicembre un congresso straordinario cambia lo statuto del Csi, per garantire più trasparenza e democrazia.
1994 – Il Csi celebra il 50° alla presenza del fondatore, Luigi Gedda.
1995 – Viene presentato il progetto «Csi on the road», che apre l’azione associativa alle prospettive delle politiche sociali. Parte il programma «Sport for Africa», che impegna il Csi in Camerun.
1996 – Il Congresso di Assisi sottoscrive il «Patto associativo»: carta dei valori di riferimento culturali ed educativi del Csi. Nasce la Consulta nazionale dei giovani.
1997 – Il Csi organizza il primo campionato nazionale di Wheelchair Hockey, per disabili in carrozzina. Viene lanciato «Stadium: lo sport incontra la piazza», carovana che attraversa l’Italia per promuovere lo sport. In autunno è siglato un protocollo d’intesa tra il Ministero di grazia e giustizia per attivare iniziative sportive, culturali e ricreative per i ragazzi sottoposti a misure cautelari non detentive.
1998 – Il Ministero della pubblica istruzione approva il progetto «Sport a scuola» del Csi. L’associazione è al lavoro in Albania per far nascere il Qss (Centro sportivo albanese). Si lancia un corso di formazione nazionale per animatori sportivi in parrocchia. Nasce la prima edizione di Joy Cup, la Coppa della Gioia, circuito nazionale che salda le attività di base in un unico modello tecnico, organizzativo e regolamentare. Viene fondata «Aranblu», Società di servizi del Csi.
1999 – Al Csi è assegnato il premio «Artigiano della pace», per l’impegno speso a favore della pace. Il 31 dicembre una maratona Gerusalemme-Roma, che reca una fiaccola accesa presso la grotta della Natività, accompagnata dagli atleti del Csi, giunge a San Pietro nella notte del 31 dicembre per l’apertura dell’anno giubilare.
2000 – Il grande Giubileo del 2000 viene celebrato in tutta l’associazione con manifestazione decentrate, che trovano la loro conclusione unitaria a fine ottobre, in occasione del Giubileo degli sportivi, alla cui organizzazione il Csi collabora. Il 28 ottobre il Csi organizza in Vaticano il Simposio internazionale «Il volto e l’anima dello sport». Inoltre, dal 23 al 28 ottobre il Csi ha realizzato a Roma l’iniziativa nazionale denominata «In campo per il Giubileo»: una settimana di sport e cultura in un «Villaggio dello sport» appositamente attrezzato nei giardini di Castel Sant’Angelo.
2001 – Si mette mano alla scrittura del «Progetto culturale e sportivo», che disegna il nuovo volto dell’associazione per la prima decade del secolo.
2002 – L’evento dell’anno è il lancio della campagna per la creazione di circoli culturali e sportivi in parrocchia. Intanto il sistema sportivo Csi cambia faccia, e comincia a camminare su due gambe: l’attività istituzionale e l’attività per progetti. In concomitanza con la festa di San Pio, viene organizzata la maratona pellegrinaggio Roma-San Giovanni Rotondo. Il Csi collabora alla campagna contro le droghe «O ci sei o ti fai» promossa dalla scuola.
2003 – Viene lanciata la campagna nazionale «A scuola di valori in parrocchia», per la formazione di operatori dei circoli culturali e sportivi parrocchiali. In collaborazione con l’Ordinariato militare in Italia, organizza la maratona internazionale Roma-Lourdes. Il Csi cambia lo statuto. In agosto il Csi partecipa al Meeting di Rimini, dove organizza il Convegno «Il ruolo educativo dello sport». Il 14 ottobre viene firmato un protocollo d’intesa tra Csi e Miur (Ministero dell’istruzione università e ricerca scientifica). In dicembre c’è la convention nazionale ad Assisi su «Relazioni attraverso lo sport».
2004 – Il Csi rinnova il suo antico legame con l’Azione cattolica. Come inizio di questo nuovo rapporto di collaborazione assicura la sua partecipazione al pellegrinaggio di Loreto (1-5 settembre), dove organizzerà una manifestazione sportiva. Nasce il progetto dei circoli culturali sportivi studenteschi. Il 23 aprile il Csi insieme alla Cei, all’Opera romana pellegrinaggi, ed al Coni ha promosso in Terra Santa una maratona-pellegrinaggio da Gerusalemme a Betlemme di circa 15 km. Il 26 giugno il Csi celebra il suo sessantennio di vita nell’Aula Paolo VI in Vaticano, alla presenza di Giovanni Paolo II.