Dossier

Misericordie e protezione civile, un’esperienza positiva

L’11 novembre 2002 la Confederazione Nazionale delle Misericordie ha sottoscritto un protocollo d’intesa con la Regione Toscana (titolare del progetto), il Dipartimento della Protezione Civile, la Prefettura di Firenze, la Provincia di Firenze, il Comune di Firenze, il Comune di Fiesole, il Comune di Sesto Fiorentino, il Comune di Borgo San Lorenzo, il Comune di Empoli, l’ARCI Protezione Civile, l’ANPAS Comitato Regionale Toscano per un Progetto Sperimentale “Servizio Civile in Protezione Civile”.

Il progetto prevedeva la partecipazione di 40 giovani, 10 Obiettori di Coscienza e 30 Volontari, in Servizio Civile. Il percorso formativo si è alternato con lezioni in aula, presso il Polo Universitario di Sesto Fiorentino (FI), con stages e sopraluoghi in località investite da eventi calamitosi, per terminare con un tirocinio presso gli Enti firmatari del protocollo.

La formazione è stata tenuta da circa 100 docenti di alto livello, ed alla fine è stato effettuato un monitoraggio con una prova scritta seguita da una orale. Successivamente i ragazzi sono stati assegnati presso gli Enti che partecipavano al Progetto e durante questo periodo di tirocinio i giovani, oltre che prestare la loro operatività, hanno approfondito un argomento di Protezione Civile e, seguiti da un referente dell’Ente, hanno redatto una piccola tesi sull’argomento. La tesi è stata presentata ed esposta, dai Volontari e dagli Obiettori, ad una commissione che, oltre ad utilizzarla come prova per il monitoraggio finale, ha espresso una valutazione tenendo conto del contenuto dell’argomento trattato. Il risultato finale è stato molto soddisfacente.

La Confederazione, oltre che esser partner del progetto, è stata coinvolta nell’organizzazione e nella gestione del progetto stesso. L’esperienza che inizialmente era appoggiata da pochi degli addetti al settore si è rivelata alla fine una esperienza molto interessante e senz’altro riproponibile. La giornata conclusiva si è svolta l’8 novembre 2003 presso il Polo Universitario di Sesto Fiorentino con la consegna di attestati di partecipazione ai giovani Volontari e con la partecipazione del Ministro Carlo Giovanardi, del Capo Dipartimento di Protezione Civile Guido Bertolaso, del Direttore Generale dell’Ufficio Nazionale Servizio Civile Massimo Palombi e del Vice presidente della Giunta regionale Angelo Passaleva.

Ecco alcune testimonianze di partecipanti a questo progetto.

La tutor: un’esperienza che mi ha coinvolta totalmenteDopo anni di esperienza nel Servizio Civile non ho resistito e mi sono coinvolta totalmente nel Progetto Sperimentale di “Servizio Civile in Protezione Civile”; due settori attuali e fortemente stimolanti per i giovani. E’ stata una esperienza positiva che mi ha dato la possibilità di aumentare le mie conoscenze e la mia crescita nel Servizio Civile, oltre ad avere un primo approccio con la Protezione Civile.

Non è mia intenzione parlare dell’organizzazione, della programmazione, della preparazione e della gestione del Progetto, ma vorrei limitarmi alla mia esperienza sotto l’aspetto umano con i giovani in Servizio Civile. L’esperienza sperimentale consisteva nel coniugare delle figure storiche, come potevano essere gli Obiettori di Coscienza, con delle figure innovative come i Volontari in Servizio Civile. Chi ha conoscenza nel settore può ben capire che l’obiettivo era a dir poco presuntuoso, ma la sottoscritta insieme ad altri colleghi ha voluto mettersi in gioco, ritenendo che era importante questa esperienza anche per capire le differenze e le problematiche delle due figure. Inizialmente tutti eravamo d’accordo che le due grosse diversità erano: la paga mensile e l’obbligatorietà o la libera scelta di partecipare al Progetto. Quindi un grosso ostacolo era la convivenza e la gestione delle due figure; inoltre non era facile trovarsi di fronte a 40 giovani che non avevano conoscenza l’uno dell’altro e con esperienze di vita e formazione e gradi scolastici non omogenei. Con tutti questi presupposti e da veri incoscienti ci siamo messi in gioco.

Il percorso dei 12 mesi non è stato facile; sicuramente fattori importanti sono stati l’aiuto, la collaborazione, la disponibilità e la sintonia che si è avuta tra gli addetti ai lavori.

La crescita, come già affermato, non è stata solo dei ragazzi ma anche degli operatori. Noi operatori abbiamo avuto l’opportunità di confrontarci con loro, sforzandoci di utilizzare il loro linguaggio per poi portarli a conoscenza e all’uso di quello degli adulti.

Abbiamo cercato di tenere sotto controllo i loro rapporti interpersonali; tanto per intendersi non abbiamo curato solo la parte formativa e tecnica ma anche quella prettamente personale. Abbiamo parlato dei loro problemi personali e non, delle loro insicurezze, delle loro paure, dei loro rapporti con i colleghi e altro. Non possiamo dire che con tutti abbiamo avuto un rapporto armonioso ma sicuramente con gran parte di loro abbiamo condiviso un percorso di crescita personale e con alcuni è anche nato un rapporto di amicizia. Ci siamo impegnati a mettere in atto quello che abbiamo sempre richiesto di fare ai Responsabili degli Obiettori e che oggi richiediamo ai Responsabili dei Progetti: i giovani non sono solo risorse umane da gestire ed utilizzare ma è nostro preciso dovere accompagnarli, aiutarli a crescere, promuovere in loro consapevolezza e coinvolgimento alla tanto decantata “cittadinanza attiva”.

Sono grata e ringrazio chi mi ha dato fiducia e mi ha permesso di vivere questa nuova e complessa esperienza; un ringraziamento particolare a chi ha collaborato e, con me, ha condiviso il bello e il brutto, il buono e il cattivo, ma soprattutto ringrazio i veri protagonisti, gli Obiettori ed i Volontari del progetto e concludo che separarmi da loro non è stato facile e che sento la loro mancanza.Alida Passeri I giovaniL’esperienza del Servizio Civile è iniziata per me con la prospettiva di arricchire il mio curriculum ed avere a disposizione un piccola risorsa economica durante il corso degli studi universitari. Il corso formativo è stato impegnativo e ricco di sostanza: ho appreso nuove nozioni e compreso il significato di Protezione Civile. Il tirocinio in Prefettura è stato una vera e propria scuola di vita, non solo per lo specifico lavoro che vi ho svolto (inventario dei beni del CAPI, trattazione e archiviazione dei fascicoli), ma soprattutto perché mi ha mostrato la struttura di un ambiente lavorativo e, facendone parte, ho potuto confrontare le diversità di due mondi molto diversi: quello del lavoro e quello studentesco, al quale ancora appartengo. La parte più significativa del progetto è però stata quella del rapporto con i miei compagni; questo corso ha coinvolto ragazzi e soprattutto ragazze tra i 18 ed i 26 anni, lavoratori e/o studenti, in un contesto sia formativo che lavorativo ma anche sociale. Una situazione così complessa che mi ha creato un ‘ottica totalmente nuova verso le persone che avevo intorno e che sicuramente mi ha fatta crescere, in positivo. Erika (Volontaria) Molte persone mi hanno chiesto se sarei disposto a ripetere questa esperienza e a tutte ho risposto che non la ripeterei, ma che sono contento di averla cominciata e portata a termine.Sicuramente ho imparato tante cose riguardo allo stare con altri (coetanei e adulti), riguardo al modo di gestire il mio tempo (io come altri ho portato avanti lo studio parallelamente al servizio civile) e riguardo allo stare in un ambiente di lavoro (mi riferisco ai 6 mesi di tirocinio).

Dal punto di vista tecnico mi sono appassionato molto più alle direttive generali da seguire in “tempo di pace” piuttosto che alle azioni spicciole da compiere in emergenza, mentre per alcuni di noi è stato il contrario… ma va bene così!

Ne approfitto per osservare che se quelle che io chiamo direttive venissero osservate probabilmente non ci sarebbe bisogno di tante risorse umane per gestire una qualunque emergenza, ma questa è forse solo la mia impressione.

Spero infine che questa iniziativa venga ripetuta in futuro e se all’inizio della prossima edizione verrà eseguita una selezione più mirata si avranno 40 giovani più uniformi come preparazione, età e forse anche interessi e sarà più facile evitare attriti, litigi ed insoddisfazioni… in questo modo sarà più facile anche scegliere il tipo di docenti e le lezioni che questi dovranno tenere.Emiliano Bruni (volontario) La mia esperienza nel Servizio Civile è stata unica ed indimenticabile; ho trascorso un anno ricco sia dal punto di vista “professionale” sia dal punto di vista “umano”. Un’esperienza che non mi ha cambiato la vita, ma di sicuro mi ha aiutata a crescere e maturare; se ne avessi la possibilità, il Servizio Civile lo rifarei molto volentieri. Consiglio ed invito a tutti i giovani di non perdere questa ESPERIENZA DI VITA e di farne tesoro. Letizia (Volontaria)

Il 10 Novembre 2003 si è concluso il mio anno dedicato al Servizio Civile e nel complesso posso ritenermi pienamente soddisfatta.

La prima parte dell’anno è stata dedicata alla nostra preparazione teorica. Le lezioni hanno affrontato svariate tematiche; e, nonostante la complessità degli argomenti trattati, sono state, quasi sempre, chiare ed interessanti.Ma ritengo che la parte che mi ha più coinvolto sia stata il tirocinio presso gli enti. Il poter mettere in pratica tutto ciò che avevo appreso nei mesi precedenti, e in alcuni casi passare all’operatività vera e propria, è stato fantastico. Mi è stata data la possibilità di aiutare concretamente persone in reale difficoltà, e soprattutto ho potuto fornire un supporto più concreto ed efficace di quello che sino ad ora avevo offerto col volontariato “normale”. Ho imparato molto da questo corso, e non solo nell’ambito della Protezione Civile.Il dover rapportarmi con mondi totalmente nuovi mi ha aperto gli occhi su molte cose; ma soprattutto mi ha indirizzato su molte scelte che riguardano il mio futuro…..anche nello studio! Per questo motivo ringrazio tutti quelli che mi hanno permesso di vivere questo anno di Servizio Civile e consiglio ad ogni ragazza o ragazzo, che abbia un po’ di tempo e voglia da dedicare agli altri, di non perdere una occasione come questa.Giulia (Volontaria)

Il timore di dover lasciar passare dieci mesi della mia vita come alcuni miei coetanei Obiettori di Coscienza costretti a far le veci di impiegati lavativi, a passare intere giornate di fronte ad una fotocopiatrice o, peggio ancora, ad aspettare che quei trecento giorni passassero, è stato subito fugato quando abbiamo iniziato a trattare quelle materie scientifiche che mi hanno da sempre interessato ma che non avevo mai potuto approfondire a livello accademico (Idraulica ed Ingegneria ambientale non sono materie contemplate alla Facoltà di Lettere…).

Non credevo, a dir la verità, che questi dieci mesi potessero assorbire così tanto tempo senza che la cosa mi pesasse e, al di là del fattore puramente economico, sarei pronto in qualsiasi momento a ripetere un’esperienza del genere.

Sono stati mirabili l’impegno e la volontà che tutor, organizzatori e docenti hanno investito nel progetto ma soprattutto e stato bello vedere quanto abbiano creduto nelle potenzialità di persone giovani ed inesperte che, chi con più successo, chi con meno, avevano scommesso il loro tempo.Francesco (Obiettore)