Dossier
L’uccisione dell’italo-iracheno Anwar Wali
Sono state «Le Brigate di Abu Bakr Al Seddiq», un gruppo salafita finora sconosciuto, a rivendicare in un video l’assassinio di due ostaggi, tra i quali l’italo-iracheno Ayad Anwar Wali, che era stato rapito il 31 agosto a Baghdad. La notizia dell’uccisione dei due ostaggi era stata data nel pomeriggio di lunedì 4 ottobre dall’emittente qatariota Al-Jazeera, ma il video con l’esecuzione è stata recapitato a dicerse agenzie, tra cui la France Press.
Nel video, registrato il 2 ottobre, l’imprenditore iracheno che da vent’anni viveva nel nostro paese viene costretto a confessare in ginocchio di essere una spia e poi abbattuto con una raffica di kalashnikov assieme a un altro ostaggio, forse l’iracheno Yalmaz Dabia.
Wali lavorava a Castelfranco Veneto dal 1980. Aveva 44 anni. Il fratello ha accusato il governo italiano di non aver fatto nulla per la liberazione. Ma Frattini ha ribattuto: avevamo attivato tutti i canali.
Ajad Anwar Wali, era stato sequestrato il 31 agosto mentre si trovava all’interno del suo ufficio a Baghdad. Dal 1980 viveva nel nord Italia, prima a Padova, dove si era sposato con una donna italiana, Sara, dalla quale aveva avuto un figlio, e poi, dopo la separazione dalla moglie, a Castelfranco Veneto, dove aveva avviato un’attività di import-export di mobili. Secondo il fratello, Wali aveva richiesto la cittadinanza italiana ed era in attesa di riposta dalle autorità. La scorsa settimana un’associazione italiana di commercianti di mobili di legno aveva rivolto un appello al governo italiano perché si adoperasse per la liberazione dell’ostaggio. L’appello era avvenuto il 28 settembre, quasi in contemporanea con la liberazione delle due volontarie italiane rapite a Baghdad.